La quinta ondata, quella della variante Delta, sta raggiungendo il picco, la sesta, quella di Omicron, è solo all’inizio ma già preoccupa per il rischio di abbattersi in piena campagna elettorale delle presidenziali di aprile, i comizi sono già in difficoltà. Il governo cerca la strada per evitare che il paese venga travolto e al tempo stesso non sollevare troppe proteste.

In Francia, malgrado una forte percentuale di vaccinati, ci sono ancora 6 milioni di persone refrattarie (e 182mila falsi pass sono stati scoperti). Ogni giorno vengono fatte circa 950mila iniezioni, la terza dose dal 3 gennaio sarà anticipata da 5 a 4 mesi dopo il primo richiamo. E ieri c’è stato il via libera da parte delle autorità sanitarie per vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni, ma senza obbligo.

Per aumentare la pressione, il governo studia ora l’ipotesi di trasformare il pass sanitario (che si ottiene con i vaccini o la guarigione, ma anche con un test negativo) in un pass vaccinale, limitato ai vaccinati. Il governo vorrebbe arrivare a una legge entro gennaio, dopo un dibattito parlamentare. Già Emmanuel Macron ha ammesso, nell’ultimo intervento tv, che ci si avvicina all’obbligo vaccinale. Da ieri, la ministra del lavoro, Elisabeth Borne, incontra i sindacati per valutare se sarà possibile imporre un pass sanitario sui luoghi di lavoro: ora, il pass sanitario è obbligatorio per i ristoranti e i luoghi di divertimento, mentre il pass vaccinale è imposto solo al personale sanitario, nei diversi luoghi di cura. Questo obbligo ha suscitato rivolte nelle Antille, dove il tasso di vaccinazione resta basso anche a causa della sfiducia nelle autorità di Parigi (è invocato il precedente del chlordecone, un pesticida dannoso per la salute ma che le autorità avevano omologato).

I sindacati sono contrari al pass sanitario esteso a tutti i lavoratori e chiedono che venga di nuovo ampliato il ricorso al telelavoro. Il padronato si interroga sulle modalità e le difficoltà di applicazione, anche se la piccola e media impresa sembra pronta ad accettarlo «piuttosto che un nuovo lockdown». Patrick Martin, dirigente del Medef (la Confindustria francese) si interroga sulle modalità dei controlli: «Tocca ai dirigenti d’impresa esercitare un potere di polizia?». Per Philippe Martinez, segretario della Cgt, il pass sanitario obbligatorio sui luoghi di lavoro è «assurdo e totalmente inefficace». Martinez gioca sulla confusione tra pass sanitario e pass vaccinale: «Preferiamo rafforzare i gesti barriera, incitare di più ai vaccini piuttosto che l’imposizione del pass vaccinale, siamo contrari perché corrisponde a un obbligo vaccinale». Anche per Force ouvrière è «meglio convincere che obbligare». L’ipotesi, appena sfiorata dal governo, di mettere fine a un contratto di lavoro in caso di rifiuto di vaccinarsi fa urlare i sindacati.

Il mondo politico comincia a reagire al giro di vite allo studio del governo. Il candidato dei Verdi, Yannick Jadot, rifiuta l’obbligo: «Sento tutti gli imprenditori dire che sarà un problema, quindi non sono favorevole». Per il segretario di Europa Ecologia-Verdi, Julien Bayou, «sembra un obbligo vaccinale e tutto ciò che si avvicina a un obbligo pone un problema etico, sono sulla linea dell’Oms, convincere piuttosto che obbligare». Mesi fa, Anne Hidalgo, ora candidata del Ps, si era dichiarata a favore dell’obbligo vaccinale. Christiane Taubira, ex ministra di Hollande e quasi candidata, che mesi fa si era rifiutata di invitare gli antillesi refrattari a vaccinarsi, non è uscita chiaramente dall’ambiguità. Jean-Luc Mélenchon, che è appena stato nelle Antille, resta contrario agli obblighi. Anche all’estrema destra, Marine Le Pen e Eric Zemmour, si oppongono.