È fuggita in barca verso l’isola olandese di Aruba e da lì ha preso un volo charter per Bogotà, dove ha chiesto asilo: a confermare l’arrivo di Luisa Ortega Diaz, ex procuratrice generale venezuelana deposta dall’Assemblea Costituente (Anc) due settimane fa, sono state ieri le autorità colombiane.

Ortega Diaz, chavista che nei mesi scorsi ha abbandonato il fronte madurista, dice di temere per la propria vita dopo aver accusato il presidente Maduro di corruzione. In molti si aspettavano, post-deposizione, un arresto che non è arrivato.

La notizia giunge a poche ore dal voto all’unanimità con cui l’Anc ha assunto pieni poteri legislativi, dopo aver invitato senza successo i deputati del parlamento a prendere parte alla seduta.

La presidente della Costituente, Delcy Rodriguez, ha affermato che il parlamento non è stato sciolto e che l’obiettivo è gettare le basi di una pacifica coesistenza, visione rigettata dalle opposizioni che giudicano il voto un modo per ridurre l’aula parlamentare a vuoto spazio di dibattito senza autorità.

E ieri hanno organizzato una seduta di protesta del parlamento a cui ha partecipato anche il vice ambasciatore statunitense a Caracas.

Fuori, mentre i paesi del Mercosur (da cui Caracas è stata sospesa) e gli Stati uniti deploravano la sostituzione del parlamento, fonti messicane riportavano alla Reuters di un recente viaggio di diplomatici da Città del Messico a Cuba.

Secondo un documento visionato dall’agenzia stampa, Messico e Cuba si sarebbero accordati per l’espansione di una linea di credito verso L’Avana di 30-56 milioni di euro. In cambio il presidente Nieto – acerrimo nemico della rivoluzione bolivariana – pretenderebbe pressioni su Maduro per una non precisata «transizione».

Una situazione che, vista la vicinanza politica e la lunga amicizia che lega Cuba al Venezuela di Chavez prima e di Maduropoi, non pare così fattibile.

Dall’altra parte, ad organizzarsi sono il Movimento dei popoli verso l’Alba, Via Campesina e l’Assemblea internazionale dei popoli che hanno fatto appello alla mobilitazione popolare e di piazza in l’America Latina e nel mondo, martedì 22 agosto, al fianco del popolo venezuelano e del presidente Maduro e chiesto agli attivisti stranieri la creazione di «Comitati per la pace in Venezuela» nelle proprie città.