La decisione del Garante della privacy sulla lista degli iscritti contesa tra il Movimento 5 Stelle e l’associazione Rousseau segna un punto a favore del primo. In base alla documentazione acquisita, sostiene l’authority, il MSS e Rousseau risultano essere, rispettivamente, titolare e responsabile del trattamento dei dati degli iscritti. La normativa sulla privacy, si legge nella nota, prevede che il responsabile, «su scelta del titolare del trattamento dei dati», sia tenuto a cancellare o restituire tutti i dati personali, «dopo che è terminata la prestazione dei servizi richiesti relativi al trattamento». Dunque, quel database dovrebbe tornare al M5S. Il che potrebbe sbloccare lo stallo in cui è finito il processo di rifondazione, consultare gli iscritti e formalizzare la leadership di Giuseppe Conte.

I 5 STELLE ESULTANO. «La pronuncia del Garante è chiarissima e va esattamente nella direzione da tempo da noi indicata – affermano – Il titolare di quei dati e l’unico soggetto che può disporne per fini istituzionali è il M5S stesso e nessun altro. Dispiace aver perso tempo a causa degli ostacoli che in maniera strumentale sono stati messi in campo da qualcuno per rallentare il processo a cui sta lavorando Giuseppe Conte e che la comunità del M5S attende con impazienza. Adesso l’associazione Rousseau ottemperi a quanto sancito dal Garante della privacy restituendo i dati degli iscritti nei tempi stabiliti, ossia entro i prossimi 5 giorni». «Il provvedimento del Garante fa chiarezza e spazza via qualsiasi pretesto, confermando le nostre ragioni – dice subito Conte – Ora si parte, si guarda avanti. Sarà la nostra comunità a indicare la rotta. Non c’è un minuto da perdere, ci sono tanti cittadini a cui ridare voce». Ma Davide Casaleggio, il referente dell’Associazione Rousseau che ormai da settimane tiene in scacco i 5 Stelle, continua a essere di un altro avviso. Ribadisce che sarebbe disposto a consegnare quei dati soltanto al legittimo rappresentante del M5S, che al momento a suo dire non esiste, visto che la reggenza di Crimi sarebbe decaduta in attesa del nuovo leader.

PER CAPIRCI QUALCOSA di più bisogna addentrarsi nel testo del provvedimento del Garante, che menziona Crimi come «rappresentante legale pro-tempore» del Movimento 5 Stelle, anche nella sua qualità di membro anziano del Comitato di garanzia. A questo punto, tuttavia, per evitare la «resa» entro i cinque giorni previsti Casaleggio può solo ricorrere a un tribunale civile ordinario. Rousseau ha diritto ad opporsi all’ingiunzione «con ricorso depositato al tribunale ordinario entro il termine di trenta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento stesso», recita il provvedimento. In alternativa, rischierebbe una sanzione amministrativa fino a 10 milioni di euro. «Per individuare il rappresentante legale del M5S è necessario seguire lo statuto e votare un comitato direttivo di cinque persone così come deciso durante gli Stati generali dello scorso inverno e ratificato dagli iscritti con ben tre votazioni (una di indirizzo a dicembre e altre due per la modifica dello statuto a febbraio)», spiega Casaleggio. Dettaglio rilevante: Conte non potrebbe concorrere a questa votazione, visto che per candidarsi bisogna essere iscritti al M5S da almeno sei mesi e lui a oggi non risulta iscritto. Dunque, bisognerebbe mettere ai voti anche un nuovo statuto ritagliato sulla sua persona.

DAL M5S TRAPELA sollievo ma proseguono i sommovimenti interni. Ieri agli uffici dei gruppi della camera è comparso Alessandro Di Battista, che continua a lanciare segnali sia a chi è stato espulso per aver votato contro Draghi che ai suoi ex colleghi fedeli a Conte, evocando la necessità che il M5S torni sui suoi passi e stia all’opposizione. «Il M5S è in evoluzione verso un nuovo Movimento, con Giuseppe Conte al timone», dice invece Luigi Di Maio. Dal cui entourage negano ogni rivalità nei confronti dell’ex presidente del consiglio dopo la lettera con la quale faceva pubblica autocritica sui temi del giustizialismo.