In tutta l’America latina sarà un 8 marzo speciale. Lungo 48 ore: sarà seguito, domani, dallo sciopero generale femminista preparato con cura in centinaia di riunioni, attività e assemblee. Un 8 marzo in cui avrà modo di esprimersi in tutta la sua portata il protagonismo assunto dalle donne nelle rivolte sociali in corso nel territorio latinoamericano, quel «femminismo nuovo» dal carattere «anti-capitalista e decolonizzatore» su cui ha posto l’accento la scrittrice e filosofa femminista Silva Federici.

È in Cile che la giornata suscita le maggiori aspettative – , anche i maggiori timori governativi – ed è qui che appare più lunga la lista delle rivendicazioni: contro la repressione e gli abusi sessuali commessi dai carabineros, contro la ministra della Donna Isabel Plá «e il suo silenzio complice», contro la precarizzazione, i salari da fame e il saccheggio delle risorse naturali, per il diritto all’aborto sicuro, legale e gratuito, per la parità salariale, per un’educazione e una salute gratuite e di qualità e per un’Assemblea costituente libera e sovrana. E, naturalmente, per mandare a casa Piñera, «assassino e misogino». Per tutto questo e per altro ancora le donne cilene marceranno oggi a Santiago, da Plaza Dignidad alla stazione della metro Los Héroes, e in oltre 30 città del paese.

Anche in altri paesi si prevedono oggi grandi mobilitazioni. In Argentina, che si tingerà nuovamente di verde, il colore della campagna per un aborto legale, sicuro e gratuito, e di lilla, il colore di Ni una menos, il movimento di protesta contro l’inarrestabile strage di donne (un femminicidio ogni 23 ore).

In Uruguay, dove, di fronte ai timori suscitati dall’avvento del governo di destra di Lacalle Pou, le organizzazioni femministe scenderanno in strada con la parola d’ordine «Più femminismo, migliore democrazia». In Colombia, dove da gennaio a ottobre del 2019 sono state assassinate 799 donne.

E un incremento dei femminicidi, pari al 7,3%, si registra anche in Brasile, intrecciato ai ripetuti attacchi misogini di Bolsonaro: è in questo quadro che il 5 marzo è iniziato a Brasilia, con la presenza di 3.500 militanti contadine, il primo storico incontro nazionale delle donne del Movimento dei senza terra, che si estenderà fino al 9 marzo sul tema «Donne in lotta: seminando la resistenza».

«Un día sin nosotras», è invece la parola d’ordine lanciata in Messico dalle femministe del collettivo di Veracruz «Brujas del Mar» che hanno invitato tutte le donne, domani, a rendersi invisibili – non lavorando, non comprando, non andando a scuola e all’università, non uscendo da casa – per protestare contro la violenza di genere, la disuguaglianza e la cultura patriarcale. Un giorno senza le donne, in un paese che sembra voler fare a meno di loro, a fronte della strage attualmente in corso, al ritmo di almeno dieci femminicidi al giorno.