La somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid inizierà il 20 settembre. Lo ha stabilito il commissario straordinario all’emergenza pandemica Francesco Figliuolo. Il richiamo è riservato a ultra-ottantenni, ospiti delle Rsa e alle persone con forte immunodepressione. Alcune regioni, Lazio in testa, hanno iniziato già oggi a somministrare la terza dose nelle persone che hanno ricevuto un trapianto.

Per il resto della popolazione, non esiste un orientamento condiviso a livello internazionale. Israele, ad esempio, ha già vaccinato per la terza volta oltre due milioni di persone su 9,3. La terza dose sarà offerta a tutti gli israeliani con almeno 12 anni. Negli altri paesi, la comunità scientifica non ravvede l’urgenza di estendere a tutti una nuova dose di vaccino. Lo dimostra anche un’importante analisi apparsa ieri dalla rivista scientifica Lancet e che ha esaminato le evidenze riguardo la necessità di vaccinare di nuovo l’intera popolazione.

«Sebbene l’efficacia di molti vaccini nei confronti dell’infezione asintomatica sia inferiore contro la variante delta rispetto alla variante alfa – scrivono gli autori dello studio – si osserva ancora un’alta efficacia dei vaccini sia contro la malattia sintomatica che contro la malattia grave dovuta alla variante delta. Le evidenze attuali, quindi, non mostrano la necessità di effettuare un richiamo nella popolazione generale».

Spiccano, tra le firme dello studio, quelle di Philip R. Krause e Marion Gruber. Si tratta di due delle massime autorità vaccinali alla Food and Drug Administration statunitense. Krause e Gruber hanno già annunciato le dimissioni dall’Agenzia in polemica con la Casa Bianca che, prima ancora di avere un parere dalla Fda, ha già fissato per il 20 settembre la data di avvio della campagna vaccinale per la terza dose negli Usa.