Inizialmente il Guardian non l’ha presa bene, Taboo. Ironizzando soprattutto su Tom Hardy e il suo modo monolitico di interpretare il rude e violento James Keziah Delaney, ha probabilmente perso di vista, tentando di recuperare in corsa, il motivo del successo della serie la cui seconda stagione è stata già confermata. Quasi un flashback rispetto a Peaky Blinders, la serie è ambientata al tempo dell’espansione economica e coloniale della Compagnia britannica delle Indie orientali. Scritta da Tom Hardy e da suo padre Chips (al secolo Edward), la serie si inserisce nell’operazione di reinvenzione del territorio urbano e storico che Steven Knight porta avanti ormai da molti anni. Hardy e Knight avevano già collaborato insieme per l’ottimo Locke e l’attore era comparso nel ruolo di Alfie Simmons proprio in Peaky Blinders.

Come in una variazione gotica del romanzo marinaro di Joseph Conrad, Taboo mette in scena l’impatto dell’espansione dell’impero sullo sviluppo del territorio urbano londinese. Ed è proprio da questo punto che Taboo si dimostra un lavoro di grande interesse. Londra, nella fedeltà estrema della ricostruzione scenografica, come una latrina a cielo aperto, nella quale anche l’aristocrazia reca sul corpo e sui denti i segni di drammatiche carenze sanitaria (sifilide, vaiolo, gonorrea e via elencando). L’infanzia del capitalismo imperiale britannico diventa così lo sfondo di una trasformazione profonda della struttura di classe urbana. La circolazione di nuovo denaro ridisegna gli equilibri di forza. Non solo: la circolazione del denaro necessariamente avvicina i mondi coloniali che lo sfruttamento della Compagnia avrebbe voluto conservare sempre al di là della soglia di casa. In questo i nuovi mondi s’intrecciano con quello antico che attraverso il colonialismo evoca di fatto il capitalismo industriale che avrebbe posto fine alla tradizionale struttura di classe. Taboo, pantagruelico, crudo e zeppo di eccellenti prestazioni attoriali, prodotto da Ridley Scott, è la conferma della qualità superiore della tv britannica attuale. Non resta che aspettare la seconda stagione.