La richiesta di non disperdersi era unanime da tutti i comitati locali. E da ieri è ufficiale: dalla fusione del Comitato per il No e del Comitato contro l’Italicum, protagonisti della campagna per il No al referendum del 4 dicembre, è nato il nuovo «Coordinamento per la democrazia costituzionale». Pronto a dare battaglia per una nuova legge elettorale che sia «coerente con la Costituzione e di tipo proporzionale», spiega una nota, «solo formalmente, infatti si può votare sulla base delle norme elettorali conseguenti alle due sentenze della Corte costituzionale, emesse in periodi diversi su leggi diverse. Come ha ripetutamente sottolineato il Presidente della Repubblica, occorre approvare una nuova legge elettorale coerente per Camera e Senato».

Il Coordinamento dà appuntamento al 2 ottobre nei giorni in cui, con molta probabilità, il parlamento sarà richiamato a discutere di legge elettorale. Per quel giorno è convocata a Roma un’assemblea nazionale sul modello di quella che l’11 gennaio 2016 lanciò la campagna per il No. Il nuovo obiettivo sarà rilanciare «la richiesta di una legge elettorale coerente con gli esiti del referendum, che molti tentano di far dimenticare». «La mancata approvazione di questa legge elettorale è il vero ostacolo alla governabilità – dice Alfiero Grandi, vicepresidente del coordinamento – Se questo parlamento non riuscirà ad approvare una legge elettorale degna di questo nome passerà alla storia come uno dei peggiori della storia repubblicana. Èevidente il tentativo di sequestrare la legge elettorale sulla base degli interessi dei vari partiti. Scopriamo in queste ore che Berlusconi è a favore di un sistema tedesco che conosce solo lui visto che non vuole il voto disgiunto tra partito e parlamentari, come è in Germania, e ora pretende un premio di maggioranza per la coalizione, meccanismo sconosciuto in Germania. Così Renzi è tornato sull’Aventino della pretesa che altri avanzino le proposte per primi. Mentre i 5 stelle sembrano paralizzati dal timore di restare intrappolati nelle manovre altrui. Questo stallo è inaccettabile», conclude Grandi, «Le elettrici e gli elettori hanno il diritto di votare con una legge che consenta di eleggere un parlamento che risponde a loro e non ai capipartito». Presidente dell’associazione è stato nominato Massimo Villone, mentre Alessandro Pace, già presidente del Comitato per il No, diventa presidente del Comitato scientifico. Grandi e Silvia Manderino i vicepresidenti, Domenico Gallo coordina l’esecutivo del quale fanno parte Mauro Beschi, Bia Sarasini,e Antonio Pileggi, tesoriere.