Ieri media siriani e fonti locali riportavano di un altro massacro di civili in Siria ad opera della coalizione a guida Usa: i caccia avrebbero colpito alcune case nella cittadina di Al Ksheika, a est di Deir Ezzor, roccaforte Isis come Raqqa. Un bilancio preciso non c’è, ma si parla di diversi morti.

Vittime che si aggiungono alle centinaia monitorate da anni dall’organizzazione indipendente Airwars: a giugno i civili uccisi in bombardamenti Usa tra Siria e Iraq sono stati 1.456, oltre mille dall’inizio di luglio.

In aumento costante rispetto ai mesi precedenti: «Giugno è stato il secondo mese più mortale per i civili in Iraq e in Siria dall’inizio delle azioni della coalizione a agosto 2014 – spiegano da Airwars – In Siria il forte aumento di raid ha avuto un impatto devastante sui civili. Le probabilità di morte in azioni della coalizione sono aumentate del 47% da maggio».

Ai massacri invisibili della coalizione si aggiungono gli scontri, altrettanto assenti dai media, tra forze kurde e truppe turche nel nord della Siria.

Da giorni l’esercito di Ankara ha preso di mira il cantone di Afrin (ovest di Rojava) con colpi di artiglieria pesante e di mortaio, mentre i gruppi di opposizione anti-Assad alleati della Turchia hanno attaccato via terra alcuni villaggi.

La guerra siriana porta con sé innumerevoli altri conflitti, sotterranei o palesi. Tra questi, l’ovvio contagio subito dal vicino Libano che da anni tenta di impedire l’avanzata jihadista alla frontiera orientale.

Ieri il premier libanese, Saad al Hariri, ha fatto sapere che a breve partirà una specifica operazione militare nell’area di Arsal, al confine con la Siria, dove a dettare legge sono i qaedisti dell’ex al-Nusra.

Hariri ha precisato, riporta Agenzia Nova, che «non c’è coordinamento tra il nostro esercito e il regime di Assad». Ma è proprio dall’altro lato del confine rispetto ad Arsal che l’aviazione siriana ha condotto quattro operazioni aeree dal 15 luglio.

Ed è ad Arsal che Hezbollah, alleato di ferro di Damasco, ha tentato nelle ultime settimane di giungere, senza successo, all’evacuazione pacifica dell’ex al-Nusra.