Hell has no fury like a woman scorned, ha scritto in The Mourning Bride nel 1697 William Congreve, drammaturgo britannico amico di Jonathan Swift. Il 4 settembre 2014, la furia di una donna abbandonata si abbatte su François Hollande, come un colpo di grazia per un presidente già al minimo storico nel gradimento dei cittadini, impantanato nelle difficoltà causate dalla svolta a destra del governo Valls II. Esce oggi in Francia Merci pour ce moment, un volume di 320 pagine firmato da Valérie Trierweiler, ex compagna del presidente, che prima di essere liquidata con una breve dichiarazione di Hollande alla France Presse all’inizio del 2013, era stata una breve comparsa all’Eliseo come première fiancée. Hollande ha deluso, è accusato di aver mentito, perché sta attuando una politica in netta contraddizione con le promesse elettorali. Trierweiler porta le prove delle menzogne anche nel privato.
L’ex compagna, mai amata dai francesi, lo fa per difendersi (e per guadagnare, visto che il libro, tirato in prima edizione a 200mila copie, potrebbe fruttarle 250mila euro). Ma per Hollande è un colpo politico. Il presidente aveva promesso, per differenziarsi da Sarkozy: «Farò in modo che il mio comportamento sia, ad ogni momento, esemplare». Ma anche questa promessa è stata tradita e la vita privata di Hollande – con l’ultimo capitolo Gayet – è stata messa sotto gli occhi di tutti. Trierweiler era una giornalista politica. Con questo libro uccide politicamente Hollande. In particolare, il presidente che aveva affermato «io non amo i ricchi», secondo la sua ex compagna pare che disprezzi in privato i poveri, chiamandoli dei «senza denti» (aveva anche detto «la finanza è il mio nemico» e ha nominato l’ex banchiere Emmanuel Macron ministro dell’economia).
L’episodio del libro di Trierweiler aggiunge argomenti a chi ritiene che la V Repubblica, la «monarchia repubblicana» francese, sia arrivata al capolinea. Tutto, troppo, gira attorno a un solo uomo e alle sue debolezze. Trierweiler descrive Hollande come uno che vive sotto «perfusione mediatica», che «tiene alla propria popolarità come a una droga pesante» e «si lascia influenzare da ciò che viene scritto, detto, commentato».
La descrizione al vetriolo di Hollande fatta da Trierweiler arriva in un momento politico molto delicato. Manuel Valls, contestato anche all’interno del Ps, ha deciso di presentarsi all’Assemblea nazionale il 16 settembre, per chiedere la fiducia, anche se per la Costituzione francese questo gesto è facoltativo dopo un rimpasto. Valls ha scelto la linea dura – o la va o la spacca – per mettere a tacere, almeno temporaneamente, la fronda socialista. Il centinaio di parlamentari che stanno creando la corrente «Viva la sinistra» sono con le spalle al muro: i Verdi non sono più nella maggioranza e se la fronda Ps non vota la fiducia il governo cade e ci saranno elezioni anticipate, che segneranno la fine della guida socialista del paese. La destra Ump è in difficoltà, ma Marine Le Pen del Fronte nazionale ha già detto di essere pronta a formare un governo sotto la presidenza Hollande. L’ipotesi di dimissioni di Hollande prima della fine del mandato di 5 anni all’Eliseo diventa plausibile in caso di una nuova sconfitta elettorale del Ps.
In questo clima deleterio, la destra ha trovato un bersaglio nella ministra dell’educazione nazionale, Najat Vallaud-Belkacem. Minute e Valeurs Actuelles titolano: «Una marocchina musulmana all’educazione nazionale« e «L’Ayatollah» (per la supposta «teoria di genere» che sarebbe divulgata nel progetto per le scuole elementari Abcd dell’eguaglianza).