I sorrisi un po’ ingessati allo scambio dell’anello, soprattutto per via di tutti quei fotografi e giornalisti, Gianni e Franco ieri mattina si sono detti finalmente «Sì» dopo 52 anni di amore e convivenza, la prima coppia gay unita civilmente dalla «ragazza» con la fascia tricolore, quasi più emozionata di loro, la sindaca di Torino Chiara Appendino. Camicia chiara e gilet blu, si sono fermati all’uscita del Comune a rispondere alle domande: allora, come vi sentite?, gli hanno chiesto al termine di un lungo applauso di amici e parenti. «Siamo due ottantenni, in questo momento un po’ stanchi – hanno risposto con autoironia, a due voci – ma anche molto felici, emozionati. È una gioia immensa, ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato».

Franco e Gianni, 83 anni l’uno e 79 l’altro, dopo la celebrazione nella sala matrimoni dell’anagrafe central,e alla quale hanno partecipato anche l’assessore alle Pari opportunità Marco Giusta, il coordinatore del Torino Pride Alessandro Battaglia e la parlamentare Pd Magda Zanoni, loro amica, hanno festeggiato con un pranzo fuori città sul lago di Avigliana. Poi se ne andranno qualche giorno a Lourdes: più che per una luna di miele, per un viaggio di ringraziamento. «Siamo credenti», spiegano, «e vogliamo ringraziare per tutto quello che ci è stato dato».

La loro è una coppia storica, già da nozze d’oro, e la loro prima unione civile tra persone dello stesso sesso è un evento cittadino e un fatto politico, come dice anche la sindaca. Così tra le foto del «book» della giornata «speciale» ce ne sarà anche una con Franco e Gianni, uno che regge un bastone da passeggio e l’altro un bouquet di gerbere di tutti i colori, incastonati da una finta cornice bianca con su scritto: «Noi siamo famiglia». Franco racconta: «Quando ero giovane io, ai miei tempi, se dicevi di essere omosessuale rischiavi di finire in manicomio». E aggiunge rivolgendosi a un gruppetto di madri e padri dell’associazione genitori con figli omosessuali: «Insegnate ai vostri figli a non avere paura, sosteneteli».

Sono molte le coppie che in questo agosto hanno iniziato a celebrare le prime unioni civili, nei 350 comuni italiani dove già prima della legge o subito il 5 giugno sono stati predisposti i registri ad hoc. Nico e Nunzio, anche loro non più giovanissimi, con più di dieci anni di convivenza alle spalle, si sono ufficialmente «uniti» sempre ieri, con celebrazione nello chalet della villa comunale di Trani. Anche qui è una coppia nota: Nunzio Liso è un imprenditore e politico locale, del Pd di Andria, e il suo compagno è Nico Giuliani di Bisceglie. Non sono però i primi in Puglia, vicino Lecce venerdì li hanno preceduti Massimo e Mauro nel piccolo comune di Cagnano Varano, con gli auguri del governatore Michele Emiliano.

A Milano, sempre venerdì, il sindaco Giuseppe Sala ha unito a Palazzo Marino Cristina e Elena (nella foto), le prime di una lunga lista di persone dello stesso sesso – e non – che si sono prenotate per la cerimonia di scambio degli anelli e bacio di rito utilizzando la legge 76 del 2016, meglio nota come Legge Cirinnà. La prima coppia in assoluto a comparire davanti a un ufficiale di stato civile è stata quella di Elena e Deborah nel piccolo comune di Castel San Pietro, nel Bolognese. Era domenica 24 luglio, appena firmati i decreti attuativi. Ma il boom sarà a settembre, quando i regolamenti e i registri dovranno essere applicati ovunque.