Niente mascherina a scuola per i bambini sotto i sei anni. A portarla saranno le maestre e i maestri, oltre che il singolo genitore che accompagnerà i figli. Lo si legge nelle linee guida delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia per la fascia 0-6 anni pubblicate ieri sul sito del Ministero dell’istruzione dopo il via libera della Conferenza Unificata.

IL DOCUMENTO, risultato del lavoro del Miur con gli altri ministeri competenti, le Regioni e i sindaci dell’Anci, prevede dove possibile e fino a quando il tempo lo permetterà, l’uso degli spazi esterni, ma non è dato sapere cosa accadrà in caso di pioggia o di gelo in inverno. Infine la promessa di nuovo personale che arriverà alla fine delle procedure necessarie per espletare il concorso per 78 mila posti complessivi. Oltre 76 mila sono state le domande per il concorso ordinario le scuole dell’infanzia e primaria. I posti sono 12.863. Il 96% dei candidati sono donne con il 41,5% tra 41 e i 50 anni e il 12,2% con più di 50 anni. Le domande per gli altri 66 mila posti sono 430 mila. Le assunzioni non arriveranno però tra un mese. A tutto il resto ci penseranno, come sempre, i precari. Per l’anno prossimo sono previste oltre 200 mila supplenze. Un record.

IN QUESTO CONTESTO saranno applicate le linee guida che forniscono alcune indicazioni generiche anche per l’accoglienza da organizzare preferibilmente all’esterno degli istituti dove sono previsti punti di ingresso e uscita differenziati. Si potrà inoltre tenere un registro delle presenze delle eventuali persone che accedono alle strutture. Per quanto riguarda la rilevazione delle temperature corporee il documento sostiene che non sarà necessario realizzarla all’ingresso. I bambini e tutto il personale non dovranno avere sintomatologia respiratoria o temperatura corporea oltre i 37,5 gradi non dovranno essere stati in quarantena o isolamento domiciliare nei 14 giorni precedenti, né essere stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, nello stesso periodo. Non è ancora chiaro cosa accadrebbe una volta riscontrato un caso di Covid nel personale, o tra gli stessi bambini, né di chi sarebbe la responsabilità di gestire il caso. Per saperlo bisogna per ora scorrere la guida dell’Inail sulla «sanificazione» delle strutture scolastiche, misure già adottate nel corso degli ultimi esami di maturità e riprese dal punto 11 di un protocollo allegato al «Dpcm» del 26 aprile 2020. Il dirigente scolastico avverte la Asl, la regione e il ministero della salute; collabora al «tracciamento» delle relazioni della persona contagiata.

SONO COSÌ INTERPRETABILI le indicazioni delle linee guida sull’organizzazione dei gruppi e delle sezioni. Per ciascuno di essi sarà previsto un responsabile tra gli educatori, i docenti o i «collaboratori». Saranno loro ad adottare le misure di contenimento nei casi di contagio. Gli spazi interni delle scuole saranno ripensati in base alle esigenze della fascia di età degli allievi ed è annunciata una diversa disposizione degli arredi. Il principio di base è quello di non fare incontrare gruppi diversi. A questo proposito nel testo si evoca un «principio di non intersezione». Per rispettarlo il materiale ludico-didattico, gli oggetti e i giocattoli saranno assegnati in maniera esclusiva ad ogni gruppo o sezione.

UN’ALTRA INDICAZIONE presente nel testo è quello dell’igiene personale dei bambini, considerato un elemento caratterizzante del loro «percorso educativo». Chi ha redatto il testo sostiene che sarà integrata nelle routine quotidiana delle giornate in classe. L’obiettivo è quello di disciplinare all’apprendimento di «stili di comportamento», compatibilmente con l’età del bambino.

«PER I GENITORI
allarmati dalla mancanza di informazioni sulla riapertura di asili e scuole è una buona notizia p – ha commentato Raffaella Milano di Save the Children – ma va ricordato che in Italia solo un bambino su 10 riesce ad accedere ad un nido pubblico e, addirittura in regioni come Calabria e Campania, la copertura è quasi assente. Sono soprattutto i minori che provengono da contesti familiari fortemente svantaggiati a livello socio-economico, a soffrirne di più». Per Save The Children l’Italia è ancora molto lontana dal target stabilito dall’Ue di garantire ad almeno il 33% dei bambini tra 0 e 3 anni l’accesso al nido o ai servizi integrativi. In Italia, infatti, solo 1 bambino su 4 (il 24%) ha accesso al nido o a servizi integrativi per l’infanzia e, di questi, solo la metà (12,3%) frequenta un asilo pubblico. «Il Piano Next Generation EU – sostieneRaffaella Milano – dovrebbe destinare adeguate risorse a favore dei servizi 0-6 anni».

«NONOSTANTE studi scientifici dichiarino che nei bambini di età inferiore ai 5 anni la carica virale sia fino a cento volte superiore alla media e la Società italiana di pediatria consigli l’uso della mascherina a partire dai 3 anni, nessun distanziamento, nessuna riduzione del numero degli alunni per classe e nessun dispositivo di protezione individuale è previsto dalle Linee guida – è la critica di Rino Di Meglio segretario del sindacato Gilda – Il documento è troppo generico ed entra in contrasto con le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Per il governo quella dell’infanzia è l’unica scuola che può riaprire a settembre con sezioni di 25/28 alunni, con e negli stessi spazi spesso ristretti, come se questo ordine di scuola non dovesse confrontarsi con le complicazioni di un’emergenza sanitaria ancora in corso e confermata dal Governo stesso fino al prossimo 15 ottobre»

QUELLE PER L’INFANZIA non sono le uniche linee guida pubblicate negli ultimi giorni. Ci sono anche quelle per la didattica a distanza per le scuole superiori. L’accoglienza di questo testo è stata contraddistinta da critiche strutturali. «Ad oggi – sostiene Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil – non sono state garantite assunzioni tempestive di docenti, non si è assegnato personale aggiuntivo alle scuole che dovranno affrontare un anno assolutamente straordinario, non si sono reperiti né ristrutturati locali adeguati ad accogliere gli studenti e tutto ciò è avvenuto perché era pronta la soluzione facile e al ribasso: imporre alle scuole il Piano della Didattica Digitale Integrata. Queste linee guida sono ispirate all’arte di arrangiarsi a costo zero. Si prospetta una didattica mista, in presenza e a distanza, che diventerà totalmente a distanza in caso di aggravamento della situazione epidemiologica».

SUL FRONTE DEI DOCENTI PRECARI continuano ad arrivare segnali di problemi di cattivo funzionamento delle istanze cosiddette «Gps”, le «Graduatorie provinciali e d’istituto di supplenza”. I termini si chiudono domani. Sempre la Flc Cgil continua a denunciare le gravi inefficienze della piattaforma informatica approntata dal Ministero dell’Istruzione. «I blocchi continui del sistema e le ripetute modifiche del format, stanno costringendo tantissimi aspiranti a cancellare le istanze già presentate e a compilarle e inoltrarle nuovamente». Le sedi locali del sindacato sono state prese d’assalto in questi giorni da chi cerca aiuto nella compilazione, mentre risultano problemi del software che non permettono di completare le procedure. «In mancanza di indicazioni univoche tanti aspiranti stanno inserendo tutti i titoli che possiedono, anche quelli la cui valutazione è molto incerta. Tutto ciò renderà farraginosa e complessa l’analisi delle domande. La situazione rischia di raggiungere un livello di non ritorno. Per questo chiediamo: un protocollo di verifica dei punteggi, che veda – conclude – il coinvolgimento del sindacato a garanzia di trasparenza e omogeneità di trattamento, e indicazioni chiare sulle moda. Non c’è più tempo da perdere: è necessario agire subito se vogliamo avere graduatorie pronte entro settembre». Anche per queste ragioni la Gilda ha dichiarato sospese le sue relazioni sindacali con il ministero.