A Roma, la casa di Cinecittà, lunedì 15 giugno ha riaperto solo il multiplex Uci di Porta di Roma: in cartellone tutti film già usciti prima della chiusura delle sale o distribuiti on demand in queste settimane. Martedì si sono aggiunti il Caravaggio e il Farnese e oggi riaccende gli schermi anche il Madison, in attesa del debutto delle arene estive che dovrebbero cominciare la programmazione – come spiega il direttore generale dell’Anec Simone Gialdini – alla fine della prossima settimana: nella capitale saranno 7 o 8, attive per tutta l’estate, mentre sull’intero territorio nazionale fra 200 e 300.

RESTA però il fatto che la ripartenza è stata fiacca: «Mi aspettavo che lunedì riaprissero più sale» osserva Paola Corti del Beltrade di Milano, uno dei pochi cinema – insieme all’Uci anche in questo caso – ad essere ripartito già da lunedì nella città lombarda. Con successo: alla proiezione serale dei Vitellonii posti occupati sono stati 80 su una capienza di 200, e 50 persone sono rimaste senza biglietto perché in base ai protocolli sanitari la sala non poteva essere riempita oltre. E il giorno successivo A Dog Called Money di Seamus Murphy ha totalizzato 88 presenze – i numeri variano, spiega Corti, a seconda che gli spettatori siano congiunti (e dunque autorizzati a sedersi insieme) o, scherza, «disgiunti». E ad entrare in sala «è stato un pubblico eterogeneo»: quindi non solo giovani meno spaventati dal virus. «Lo stesso tipo di spettatori che venivano anche prima del lockdown». A riprova dunque della voglia di cinema che la sospensione di tutte le attività non sembra avere affatto spento.

PERCHÉ DUNQUE nell’agognata data della riapertura si è messo in moto solo il 2,5% delle sale? Le ragioni, dice Gialdini, sono quelle note, a partire dal giorno della settimana in cui gli esercenti hanno avuto il via libera per aprire: il lunedì – «una data inusuale per il cinema». E inoltre la confusione per i protocolli di sicurezza, che fino all’11 giugno sembravano penalizzare le sale con misure troppo restrittive, per cui «fino all’ultimo minuto l’orientamento degli esercenti era quello della chiusura».

Va poi considerata l’assenza di titoli che non fossero già usciti prima del lockdown: ma dal mese prossimo «assisteremo a un graduale ritorno alla normalità. Stiamo lavorando con i distributori per popolare il calendario delle uscite dalla prima settimana di luglio». E da domani, dopo aver già inaugurato le proprie arene all’aperto, riparte in Lombardia anche il circuito Anteo, con una programmazione sui diritti civili. Resteranno invece spenti gli schermi di Palermo e Trapani: «L’assemblea – hanno detto i presidenti Anec delle due città Andrea Peria e Luigi Drago – ha stabilito la non riapertura in quanto tutte le aziende del comparto cinematografico, a 110 giorni dalla chiusura, sono in pieno collasso finanziario».