Da Portovesme alla capitale per difendere la fabbrica di alluminio.
Sono arrivati ieri mattina davanti al ministero per lo sviluppo economico i cinquantadue lavoratori dello stabilimento Alcoa partiti dal presidio permanente allestito davanti all’azienda del Sulcis. Chiedono un futuro per loro e per la struttura produttiva sarda. Una delegazione è stata ricevuta dal viceministro per lo sviluppo economico Claudio De Vincenti e qualche risultato alla fine è stato ottenuto.
Intanto l’attività di manutenzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme non verrà interrotta – come previsto da un precedente accordo – il 30 giugno. L’azienda ha dato disponibilità in tal senso. E poi il governo trasferirà alla Regione Sardegna un fondo per il pagamento degli arretrati della cassa integrazione in deroga.
In vista del tavolo già convocato per il prossimo 24 giugno, ieri a Roma è stata esaminata in particolare la situazione dell’impianto del Sulcis.
A confrontarsi con De Vincenti sono stati i rappresentanti dei sindacati nazionali e territoriali, i sindaci della zona interessata dalla vertenza e alcuni parlamentari. Durante il dibattito è emersa la necessità che, all’appuntamento annunciato di fine mese, vengano sciolti i nodi legati alle modalità di manutenzione del sito dopo il 30 giugno, alla tempistica per gli ammortizzatori sociali, all’opportunità che si stringano, con la presentazione di un piano industriale per il Sulcis, i tempi della trattativa con Klesch, l’investitore che ha formalizzato la sua manifestazione d’interesse. Al tavolo saranno presenti anche un rappresentante della presidenza del consiglio e il ministero del lavoro.
«Abbiamo scongiurato il blocco della manutenzione e ottenuto garanzie sul fondo per la cassa integrazione – spiega Franco Bardi, segretario Cgil del Sulcis – La discussione ora si sposta al 24 giugno. In quell’occasione chiederemo risposte su ammortizzatori sociali per l’indotto, dato che i lavoratori sono da sei mesi senza soldi e certezza e chiarezza sul percorso con la Klesch. È necessario capire se la trattativa deve fermarsi o continuare». «Oggi s’è fatto un passo in avanti – spiega Franco Porcu, portavoce del movimento dei sindaci – Adesso bisogna capire, nella riunione del 24 giugno, a che punto è la trattativa».
E anche la politica regionale si muove sulla crisi e sulla vertenza della Alcoa. «Il punto fondamentale – dice il presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru (Pd) – è trovare un imprenditore serio disposto a rilevare lo stabilimento di Portovesme. Ma lo scouting non lo può fare la Regione Sardegna , deve farlo il governo». All’esecutivo guidato da Renzi gli operai della Alcoa chiedono a questo punto risposte rapide e concrete. La Klesch, il gruppo svizzero interessato all’acquisto degli impianti del polo del Sulcis, ha in corso con il gigante americano dell’alluminio una trattativa che va avanti da mesi.
Il problema vero, però, l’investitore Klesh lo ha con il governo italiano, al quale chiede fondamentalmente due cose: uno sconto sul prezzo dell’energia, che in Sardegna è più alto della media europea, e mano libera su un eventuale piano di riduzione degli organici.
«Aver lasciato tutta la trattativa nelle mani di Alcoa, con il governo spettatore – dice il segretario regionale della Cgil Michele Carrus – si è rivelata una strada inutile da percorrere. Ora non c’è tempo da perdere».