Largo Settimio Passamonti è un fazzoletto d’asfalto sotto una rampa della tangenziale che separa San Lorenzo dagli ex depositi ferroviari dove l’università della Sapienza ha inaugurato enormi aule deprimenti per gli studenti. È difficile vederlo per chi arriva in moto o con l’auto, anche se è da tutti considerato come la porta di uno dei quartieri più antifascisti della Capitale. Da sempre su un muro si legge una scritta cubitale: «Lode e gloria. Viva i partigiani». Nella notte tra il 24 e il 25 aprile questo murale è stato imbrattato da una mano di vernice bianca. L’atto vandalico è stato rivendicato dal gruppo di estrema destra «Milizia» con una telefonata all’Ansa alle 3,27 del mattino di ieri. Non è la prima volta. Regolarmente, ogni anno, a poche ore dal tradizionale corteo del 25 aprile organizzato dall’Anpi, su questo murale si gioca una disfida simbolica tra la mano fascista che lo ricopre di insulti e fasci littori e la mano «partigiana» che ripristina il saluto vibrante. Scritte simili esistono anche a Garbatella, altra casamatta dell’antifascismo romano, ma a San Lorenzo questa lotta assume un sapore particolare. Qui, tra i tanti, il Cinema Palazzo, l’atelier Esc e la recente occupazione «Communia» delle Ex-Fonderie Bastianelli in via dei Sabelli (da oggi sotto sgombero) hanno proclamato la «libera repubblica di San Lorenzo». I nuovi «comunardi» vorrebbero trasformare il quartiere in una «zona permanentemente autonoma», cioè autogovernata dai cittadini.

[do action=”quote” autore=”Vito Polcaro, Presidente Anpi Roma”]«Dobbiamo liberare Roma da chi spende un milione di euro per comprare la sede dei fascisti del nuovo millennio»[/do]

Il 25 aprile è una delle occasioni per respirare l’aria meticcia che accomuna il Prenestino al Tiburtino, un alveare metropolitano con oltre un milione di abitanti che i romani «di sinistra» chiamano, con affetto e complicità, «Roma Sud». Da Casal Bertone al Quadraro a Cinecittà, un «nido di vespe» dove i nazisti avevano paura ad entrare, sono stati organizzati cortei e feste per celebrare il sessantottesimo anniversario della liberazione. Nei cortili e nelle strade attorno a piazza Santa Maria Ausiliatrice, a Casal Bertone, è stato organizzato un tour per ripercorrere la vita dei partigiani Zaccaria Verucci, Virgilio Bianchini e Giorgio Marincola. Al parco degli Acquedotti le palestre popolari e la squadra di rugby del centro sociale Spartaco hanno organizzato stage ed esibizioni per ricordare la resistenza. Sono i «pioneri del Quadraro» e svolgono il ruolo delle case del popolo o delle sezioni di partito. Con il patrocinio del candidato a sindaco per Repubblica romana Sandro Medici, oggi mini-sindaco del X municipio, dal 2009 organizzano il torneo dei «Sei quartieri» in onore del ben più famoso «Sei nazioni». Sono le tracce di una Roma oggi sfibrata, ma ancora resistente, dove non è difficile comprendere il senso di un proverbio coniato durante l’occupazione: «per sfuggire ai fascisti o vai al Vaticano o al Quadraro».

Il 25 aprile è l’espressione di questa geografia affettiva che accorda la memoria di un tempo con l’attivismo nel presente. Il corteo organizzato dall’Anpi dall’Arco di Costantino a Porta San Paolo occupa da sempre lo spazio più visibile. Tra le 10 mila persone che hanno sfilato ieri c’erano le bandiere di Emergency e della brigata ebraica 1944, quelle palestinesi, dei comitati per l’acqua pubblica e della sinistra che non c’è più Pd, Sel, Rifondazione Comunista e Azione Civile. E non sono mancate prese di posizione sull’aspirante sindaco del movimento 5 stelle Marcello De Vito. Il candidato grillino aveva definito il corteo una «commedia» ma poi, per non sembrare «né di destra, né di sinistra», cioè insipido come il tofu, ha fatto sapere di avere partecipato ad un’iniziativa a La Storta, un quartiere periferico a Nord.Come risposta, Vito Polcaro, presidente dell’Anpi Roma, ha citato in maniera sibillina Gramsci: «Il fascismo è nato come antipartito e ha radunato forze dietro idee politiche vaghe e confuse. Chi deve trarre le conclusioni, le tragga».

Con il sindaco Alemanno, Polcaro è stato più esplicito a proposito di Casa Pound: «Dobbiamo liberare Roma da chi spende un milione di euro per comprare la sede dei fascisti del nuovo millennio». «Polemiche stucchevoli e ripetive. Io evito di andare al corteo per non creare incidenti».

[do action=”quote” autore=”Sandro Medici, candidato a sindaco di Roma”]«A Roma l’antifascismo ha un significato particolare soprattutto in una città governata da troppo tempo da Alemanno».[/do]

Al corteo c’era Alfio Marchini, candidato a sindaco, il quale ha rinverdito la storia familiare: «Mio nonno organizzò la liberazione di Pertini da Regina Coeli. Le radici sono fondamentali nella confusione in cui viviamo». A Porta San Paolo, di fronte alla sede del suo comitato cittadino, c’era Sandro Medici: «A Roma l’antifascismo ha un significato particolare soprattutto in una città governata da troppo tempo da Alemanno». Il candidato sindaco del centrosinistra Ignazio Marino era alle Fosse Ardeatine dove ha deposto una corona al mausoleo che ricorda la strage nazista.