Volano minuti come rena alle spalle di Tom Dumoulin, la farfalla di Maastricht, che divora il ricciolo d’asfalto disegnato da questa cronometro con partenza da Foligno e arrivo a Montefalco. Si salva solo Geraint Thomas, e la sua prova rimane a testimonianza di quello che avrebbe potuto essere e non sarà, per via della caduta ai piedi del Blockhaus.

Il gallese della Sky si riaffaccia comunque ai piani nobili della generale, e se i postumi del capitombolo dell’altro giorno non vengono a galla tutti insieme potrà essere un alleato in più per la compagnia che da domani darà la caccia all’olandese.

Nairo Quintana aveva già preventivato di dare la maglia rosa in affitto, ma naufraga di brutto e ora non è poi così scontato che se la possa ricucire addosso. Anche perché, almeno su per la Maiella, Dumoulin non era andato affatto male.

Tra gli uomini di classifica se la cavano, chi egregiamente, chi bene, Nibali, Mollema e Pinot. Ma egregiamente e bene rispetto al colombiano, perché le scoppole dall’olandese le prendono tutti.

I quattro ora inseguono tutti con distacchi attorno ai due minuti e mezzo, e bisognerà che s’inventino qualcosa non solo con i muscoli, ma anche con la fantasia. Questo dà qualche vantaggio, nella rincorsa, a Nibali, campione di imprevedibilità in un gruppo telecomandato da radioline e auricolari.

Di qui in avanti si comincia a inerpicarsi, e non è detto che Dumoulin regga, specialmente sulla distanza di tre settimane. Ma ha dalla sua l’ultima tappa, un’altra cronometro tra Monza e Milano. Piana come una tavola, a differenza di quella di oggi, che parte liscia ma verso il traguardo si divincola tra le colline tappezzate dai vigneti.

E infatti è proprio sul finire che gli inseguitori limitano i danni e riescono a mantenere la preda a portata di speranza.

Altri italiani, nella classifica dei migliori di giornata, non pervengono. La patria di Coppi e Ercole Baldini, Moser, Saronni e Gianni Bugno (ma a lui toccò in sorte lo scoglio di Indurain) non sforna più cronoman d’eccellenza, in grado di misurarsi con l’erede di Fabian Cancellara e Bradley Wiggins.

La speranza di Adriano Malori si è interrotta il maledetto 22 gennaio dell’anno scorso in Argentina, a San Luis. Caduta orribile, a rischio la carriera, e non solo. Questo Giro lo guarda dalla TV, ma in corsa è tornato e tutti lo aspettiamo.

Ora ci aspetta Bartali. Il gruppo lo va a salutare a casa sua, prima di partire verso l’Appennino, a caccia di farfalle.