«Come resistere a un assedio?» è la domanda che ha aperto la quarta edizione dello Je so’ pazzo festival, organizzato a Napoli dall’Ex Opg, la prima con il progetto Potere al popolo in campo. L’interrogativo è stato posto da Chiara Capretti (candidata di Pap alle scorse elezioni) all’apertura della due giorni (che si è conclusa ieri), per aggiornare il confronto con il sindaco Luigi de Magistris e tutte le realtà di movimento partenopee. Come si può spezzare un’offensiva fatta di debiti che strozzano gli enti locali, tagli ai servizi pubblici, circolari ministeriali che impongono politiche di destra su accoglienza e povertà, di lavoro in nero perché tanto l’Ispettorato del lavoro è stato svuotato? «Se non puoi resistere – ribatte Capretti – allora ti devi organizzare su scala nazionale contro lo sfondamento a destra sulla pelle degli ultimi. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con i funerali delle vittime del ponte Morandi in corso, sfruttava i migranti a bordo della Diciotti per distrarre l’opinione pubblica». Il 20 ottobre a Roma ci sarà la manifestazione «Nazionalizzare qui e ora» organizzata da Pap, Usb, Eurostop, Prc e le realtà che si sono battute contro «la truffa delle privatizzazioni e delle grandi opere».

VENERDÌ IL FOCUS era su Napoli. Le circolari di Salvini che impongono una stretta alle richieste di asilo e spingono per gli sgomberi degli spazi occupati possono avere un effetto dirompente in città (dove si stimano almeno 8mila abitazioni occupate). «Non sono provvedimenti esecutivi – commenta Viola Carofalo, portavoce nazionale di Pap – perciò invitiamo i destinatari a disobbedire. Non applicate le circolari Salvini. Il leader leghista le giustifica con la necessità di legalità e sicurezza ma producono l’effetto contrario: più persone sul territorio senza un regolare titolo e più gente per strada nel caso delle abitazioni, perché tanto un’altra soluzione non c’è. Anzi, l’esperienza di Napoli ci dice che le occupazioni hanno rivitalizzato il tessuto sociale, aumentando così la sicurezza percepita nei quartieri». Sul tema de Magistris spiega: «Sul diritto alla casa si misurerà la nostra esperienza amministrativa, sulla capacità di usare il patrimonio immobiliare del comune ai fini della valorizzazione sociale e contro le interpretazioni monetaristiche, che ne vorrebbero la svendita».

AL CENTRO DEL DIBATTITO il caso Vasto, il quartiere popolare accanto alla Stazione centrale con il maggior insediamento di Cas, la zona dove la sera del 3 agosto due migranti sono diventati il bersaglio di ragazzi armati sullo scooter. Il Movimento migrati e rifugiati si è presentato nel quartiere lo scorso martedì: hanno ripulito le aiuole, piantato fiori, realizzato panchine con materiale riciclato provando a stringere un patto tra nuovi e vecchi residenti. «La prossima settimana faremo uno spettacolo in piazza, una produzione del Teatro popolare dell’Ex opg – racconta Abdel -. Sfideremo così il coprifuoco imposto dalla camorra perché il problema del Vasto non sono i migranti, è la povertà, i tagli ai servizi, i clan. La Lega sta provando a radicarsi in zona portando messaggi di odio che prima non esistevano».

Al Vasto emergono tutte le spinte speculative in campo: «Abbiamo lavorato con i migranti per stilare un’inchiesta sui Cas – spiega Capretti -, l’abbiamo consegnata in prefettura chiedendo un intervento contro gli sfruttatori, per un reale inserimento sociale. Quattro strutture sono state chiuse ma il sistema è rimasto intatto con relativa bomba sociale innescata. Poi il 3 agosto sparano sui ragazzi e la prefettura, dopo qualche giorno, ordina un’ispezione ai centri: a 150, trovati fuori dai centri dopo le 22, viene revocata l’accoglienza. Una rappresaglia. Salvini manda le circolari e Grandi stazioni è contenta, così può gentrificare il quartiere senza più i migranti».

IERI SI È DISCUSSO di elezioni europee. Pap ha già scelto come compagni di viaggio La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, gli spagnoli di Podemos e il Bloco de Ezquerda in Portogallo, interlocuzioni in corso con de Magistris e Diem 25 di Yanis Varoufakis. Agli incontri, prima della pausa estiva, ha partecipato anche Sinistra italiana ma lo schieramento unitario non è certo. Il dibattito di ieri tra Viola Carofalo, Klemen Miklavic (rappresentate di Sinistra unita slovena), Bénédicte Monville (La France insoumise) e lo storico Giuseppe Aragno è servito a proseguire il confronto per costruire «un terzo campo, differente da quello liberista/europeista e liberista/nazionalista – spiega Carofalo -. Un campo che metta al centro la redistribuzione della ricchezza, la partecipazione attiva dei cittadini. Mentre la sinistra tradizionale affonda, punita per la guerra che ha condotto contro le classi popolari, crescono i consensi per nuove forze capaci di farla finita con compatibilità, moderazione, appoggio al neoliberismo».