Fluminimaggiore ha poco meno di tremila abitanti. Sta sul mare della costa sud occidentale della Sardegna, nel parco geominerario del Sulcis. Da secoli terra di miniere di carbone e di piombo. Terra di antichissima civilizzazione. A cinque chilometri dal paese c’è un sistema di cunicoli carsici, le grotte di Su Mannau, scolpiti 540 milioni di anni fa da genti antichissime. Percorrendoli per quattro chilometri si esce alla luce davanti alle colonne del tempio romano di Antas. Nell’antichità era famoso, citato dal geografo egiziano Tolomeo (II secolo d.C.). Ma già i nuragici (IX secolo a.C.) qui celebravano i loro riti religiosi. Poi, alla fine dell’età del ferro, arrivarono i cartaginesi. E più tardi (a metà del III secolo a.C.) i romani. Ai resti nuragici, ancora visibili, si sovrappongono le vestigia di un santuario dedicato a Sid Addir, dio punico guerriero e cacciatore che poi i sardi contaminarono facendolo diventare una loro divinità, Babai. In epoca romana, sull’antico santuario sardo-punico fu costruito il tempio come lo si vede oggi, restaurato poi e ingrandito durante l’impero di Caracalla (213-17 d.C.).

In questa terra dove la storia e le genti sono trascorse, in un lungo cammino, dalla preistoria sino all’apparire, nelle miniere, di una classe operaia che dall’universo della tradizione agropastorale veniva catapultata senza mediazioni nel cuore della modernità, nasce ora un festival dedicato al viaggio. O meglio al cinema documentario di viaggio. Si chiama Andaras, parola che nella lingua sarda significa percorsi, sentieri, a sottolineare una vocazione millenaria al movimento, a tessere rapporti contro il luogo comune che le isole siano geografie e codici chiusi in se. La Sardegna, invece, come entità storica meticcia, un melting pot mediterraneo di fronte al quale i miti dell’identità si svelano come falsa coscienza.

Andaras si terrà a Fluminimaggiore dal 19 al 23 agosto, organizzato dal comune e dal sindaco, Marco Corrias, giornalista ora in pensione che ha cominciato alla Nuova Sardegna ed è stato poi inviato per il settimanale Epoca e per il programma di approfondimento del Tg5 Terra!. «Il festival – spiega Corrias – è dedicato a tutti coloro per i quali girare intorno al mondo, conoscere terre e genti lontane, è la via più breve per giungere a se stessi. Il viaggio inteso non solo come movimento, puro spostarsi geografico da un luogo, ma stato d’animo, ricerca, conoscenza di sé e degli altri, testimonianza, punto di partenza di ogni arrivo».

Oggi Fluminimaggiore, come tanti comuni della Sardegna, rischia lo spopolamento. Il saldo nascite-morti è negativo. Se continua così si arriva a zero: un paese fantasma. Ma qui, come in tante altre parti dell’isola, nessuno si rassegna. Certo, la crisi dell’industria mineraria è irreversibile. E anche gli stabilimenti di produzione primaria dell’alluminio sono in fortissima difficoltà. E la tradizionale attività di allevamento delle pecore è sempre più marginale. Resta però il turismo, che se non è attività speculativa di rapina, che distrugge il territorio, può essere rapporto, relazione, dialogo. Turismo per viaggiatori veri, non per turisti che, tra villaggi vacanza e Airbnb, precipitano sui territori come sciami di locuste. A Fluminimaggiore ci provano. C’è un progetto per far diventare il paese un villaggio per gli anziani d’Europa, una residenza dedicata alle esigenze di una fascia d’età sempre più numerosa. E ora c’è Andaras, un festival che vuole proporre il tema del viaggio come occasione di apertura a orizzonti nuovi, anche di conoscenza di un territorio.

La rassegna è divisa in quattro giornate, ciascuna delle quali dedicata alla proiezione delle opere in concorso (ne sono arrivate a centinaia da ogni parte del mondo e la selezione non è stata facile). Al termine, nella serata conclusiva di domenica 23 agosto, la premiazione. Il verdetto spetterà a una giuria composta da: Federico Geremicca, vicedirettore de La Stampa; Elena Lai, segretaria della Confederazione europea delle piccole imprese e responsabile di Europe Analytica; Saverio Pesapane, fondatore di Premiere Film Distribution; la regista Giovanna Taviani; la giornalista de La Stampa Francesca Schianchi.

«Non c’è soltanto il concorso – specificano ancora gli organizzatori – Il festival si arricchisce di incontri con filmakers, attori, scrittori, fotografi e artisti. E ancora, masterclass, mostre, testimonianze, in uno scambio continuo di esperienze con chi ha messo al centro del suo percorso il tema del viaggio». Tra gli ospiti, Alessandro Gandolfi, uno dei fotoreporter italiani più conosciuti nel mondo; la filmaker, regista e antropologa Lisa Camillo, autrice del documentario Balentes; lo scrittore Lino Cianciotto; il regista Paolo Zucca; la cantante Claudia Aru, che ha sviluppato un progetto di sostegno psicosociale con la musica per le Nazioni unite a favore dei profughi della Libia ospitati in Niger. Il programma di Andaras in dettaglio è sul sito su www.andarasfilmfestival.com.