Incidenti e timori di ulterori violenze dopo la morte di due persone nel centro di Lusaka hanno accompagnato il voto parlamentare e presidenziale che si è svolto nello Zambia lo scorso 12 agosto. Il governo ha temporaneamente interrotto l’accesso ai social network e lo spoglio dei voti si è svolto senza ulteriori difficoltà, sancendo la vittoria, al sesto tentativo, del leader dell’opposizione Hakainde Hichilema (detto HH per richiamare l’appellativo del primo presidente Kenneth Kaunda – KK – morto lo scorso 17 giugno all’età di 97 anni). Sconfitto il presidente uscente Edgar Lungu.

Il nuovo presidente, che si è imposto con uno scarto di oltre un milione di voti, è un imprenditore, è leader del partito Upnd (Partito unito per lo sviluppo nazionale) ha 59 anni e si definisce un cattle boy (giovane allevatore di bestiame) perché da ragazzo ha fatto il pastore prima di diventare uno degli uomini più ricchi dello Zambia. Di umili origini, si è laureato grazie a una borsa di studio e ha sviluppato in seguito una serie di attività nei settori dell’allevamento, della sanità e del turismo.

HICHILEMA in campagna elettorale ha fatto leva proprio sui suoi successi imprenditoriali per raccogliere voti tra i tanti disoccupati del Paese, ponendo l’accento sulla necessità di «un uomo d’affari capace di far muovere l’economia», ma si è anche rivolto agli agricoltori richiamando le sue origini rurali. Tuttavia, secondo gli analisti il successo è legato alla sua capacità di connettersi con gli elettori più giovani (oltre la metà dei 7 milioni di elettori registrati in Zambia ha meno di 35 anni e uno su cinque è disoccupato). Il governo del Fronte patriottico (Pf) salito al potere nel 2011 con la promessa di «meno tasse, più soldi nelle tasche delle persone e più posti di lavoro», non ha raggiunto i risultati sperati. Anzi, lo Zambia non è stato in grado di ripagare i debiti internazionali e si è ritrovato in una situazione di default. Gli effetti si riflettono sul bilancio statale: il pagamento degli interessi drena il 30% delle entrate complessive.

Dopo l’annuncio della commissione elettorale c’è stata subito grande festa per le strade e l’aspetto significativo che caratterizza lo Zambia è dato dal fatto che per la terza volta dall’indipendenza (1964) c’è un cambio pacifico ai vertici dello Stato tra un partito di governo e uno di opposizione.

NEL SUO PRIMO DISCORSO Hichilema ha dichiarato che si tratta di «una vittoria della democrazia, non mia, ma dei giovani, soprattutto dei giovani che sono la maggioranza e che devono essere gli artefici del futuro del nostro Paese. Abbiamo oggi la responsabilità di mettere in pratica il cambiamento promesso. Dobbiamo consegnare un Paese migliore di come lo abbiamo trovato, garantire unità, ascolto e partecipazione a tutti, a chi ha votato per noi e a chi no. È facile parlare e promettere, io voglio agire». Hichilema ha dunque dichiarato di «voler valorizzare le differenze» e quindi «aprire il governo ad altri partiti e a candidati che con le loro idee possono arricchire il cambiamento: idee diverse dalle nostre e critiche sono benvenute, arricchiranno il nostro lavoro insieme».

Il nuovo presidente si è poi rivolto a chi durante i festeggiamenti ha compiuto delle violenze: «Non siete benvenuti e agiremo subito, il tempo della violenza fisica e verbale è finito». Hichilema ha ringraziato il presidente uscente Lungu per aver riconosciuto la sconfitta. «Ancora oggi come africani e come zambiani siamo trattati come inferiori a livello globale. Liberiamoci dalle catene dello schiavismo economico contemporaneo».

Il discorso di Hichilema ha trovato ampio apprezzamento e ha toccato in profondità, ma se non seguiranno risultati apprezzabili (e in tempi brevi) potrebbero srotolarsi come un sogno al mattino.