Molte telefonate dall’Europa per Juan Guaidó ieri. Di appoggio e grande stima, come quella del premier spagnolo, Pedro Sánchez (nella foto). Socialista, ma in perfetta linea di continuità con il governo Rajoy, la casa reale e il quotidiano El Pais nella sua ostilità al Venezuela chavista, Sánchez si è complimentato per il «grande coraggio» dimostrato da Guaidó.

Esulta anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, con toni molto meno sfumati di quelli usati la sera prima dalla responsabile della diplomazia Ue, Federica Mogherini, che non si è avventurata in un riconoscimento esplicito del regime change. Ma quasi. E dire che i ministri degli Esteri di Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Olanda ancora mercoledì le chiedevano di «creare un gruppo di contatto internazionale che potesse facilitare il dialogo tra il governo del Venezuela e l’opposizione». Viene da chiedersi quale governo e quale opposizione. Mentre la Farnesina informa che ancora si lavora a una posizione comune nell’Ue, Salvini ha già dato fuoco alle polveri: «Io sto con il popolo, basta con il regime di Maduro».