Ancora sul finire dell’anno l’eruzione dell’Etna, con i suoi conseguenti sciami sismici che l’hanno accompagnata causando danni ai vicini centri abitati, riporta alla nostra attenzione la vulnerabilità dei nostri centri urbani e territori. Agli eventi per loro natura imponderabili si sommano quelli causati da politiche scellerate che si presentano negli spregiudicati interventi di vera e propria alterazione e manomissioni del suolo, dei fiumi e del clima. Riguardano indistintamente luoghi densamente abitati e quelli che progressivamente, come nelle aree interne appenniniche, si spopolano.

Ricostruire con sollecitudine e qualità dovrebbe essere l’imperativo doveroso di qualsiasi amministrazione e governo, ma invece tutto è sospeso. Il «tempo sospeso» è la sezione che conclude l’esposizione in corso alla Triennale di Milano, dal titolo Ricostruzioni, sulla quale ritorneremo, ma nella quale è possibile accorgersi, attraverso i pochi scatti di cinque fotografi (Michele Nastasi, Giovanni Chiaromonte, Olivo Barbieri, Paolo Rosselli, Filippo Romano), della lentezza che contraddistingue la ricomposizione sociale di comunità e centri urbani, vincolata com’è alla ricostruzione di luoghi e spazi civili, coerenti e in particolare condivisi.

Dall’Aquila a Mirandola, da Amatrice a Norcia, e su fino alle prealpine del bellunese, c’è l’urgenza di misurare un cambiamento di rotta che guardi in modo globale e coordinato la restituzione ai suoi abitanti di monumenti, abitazioni e paesaggi di nuovo in ordine e non più macerie e rovine. Si dovrà procedere in modo partecipato e non secondo procedure cadute dall’alto com’è accaduto di recente a Genova con le scelte per la ricostruzione del ponte sul Polcevera. In particolare «ricostruire» sarebbe culturalmente avanzato avvenisse nell’ambito di un confronto di idee e proposte che trovano energie tra esperti, magari giovani, e non negli apparati pubblici, come vuole l’ultima finanziaria, chiamati quest’ultimi ad assolvere nuovi compiti, quando non hanno dimostrato di sapere svolgere quelli per i quali sono obbligati per legge.