L’associazione OFF/CINE, nata nel 2015 su iniziativa del regista salernitano Michele Schiavino, raccoglie l’eredità di un quarantennale impegno per lo sviluppo di una cultura del cinema a Salerno: dal Collettivo Cinema/off che, nel lontano 1977, propose coraggiose rassegne di cinema indipendente, passando per l’attività di Coop. Lab. 2029 e poi di Midnight Movie festival e Cinememorie, è stata portata avanti, spesso con grande fatica, una ininterrotta attività di riflessione, riscoperta e creazione indipendente di prodotti cinematografici.

Questi anni di appassionato lavoro sono sedimentati in un grande archivio che raccoglie materiali eterogenei: bobine, film, manifesti, articoli, giornali, locandine, programmi etc., metri e metri di pellicola «girata» e tanto altro. Tale materiale, che necessita di un lavoro di sistematizzazione, racconta non solo la storia di una vita dedicata alle immagini in movimento, ma anche il contesto sociale, culturale e politico in cui tutto questo è avvenuto. «…Avere altri occhi, vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è…». Così nella Recherche scriveva Marcel Proust. Viene il momento in cui bisogna guardare in maniera nuova al lavoro già fatto, rimetterlo in gioco, se così si può dire, in contropelo, contaminarlo con lo sguardo di un altro, di altri cento, mille…Ecco una maniera collettiva, comune, di rimettere in moto situazioni e cose.

La sfida dell’Associazione OFF/CINE sarà dunque di lavorare al riordino dell’Archivio Michele Schiavino per restituire alla collettività un importante segmento di memoria, pur continuando a proporre, attraverso produzioni indipendenti, rassegne ed altro, uno sguardo «differente».

Tra i materiali girati e rimasti inediti, una lunga intervista a Oreste Scalzone del 2008 durante la crisi dei rifiuti a Napoli, l’infinito materiale sulle aree del cratere colpite dal sisma del 1980, i lavori su Pier Paolo Pasolini. E, ancora, i materiali sonori dei lavori realizzati con Paolo Fresu, Patrizia Vicinelli, i passaggi di Alberto Grifi, Carmelo Bene e il popolo, tanto popolo, che manca.