Il voto positivo della Federal Communications Commission (FCC) per cancellare le protezioni nei riguardi della net neutrality volute da Obama, era una catastrofe annunciata.

Con i repubblicani saldamente in carica non ci si aspettava un esito diverso, ma non è solo quella la ragione.

Bisogna ricordare chi è Ajit Pai, e che lavoro faceva prima – sottolinea l’avvocato e hacker Alexander Urbelis – Prima di essere a capo della FCC, Pai ricopriva incarichi presso Verizon Communication, il colosso delle telecomunicazioni americane, uno dei massimi beneficiari di questa decisione della FCC che va contro la neutralità della rete.

In questi giorni negli Usa si è vista un’interessante serie di eventi che mostra la piega che sembra aver preso l’orizzonte digitale americano. Oltre al voto della FCC abbiamo assistito anche al progetto di acquisizione della 21st Century Fox da parte di Disney.

Bisogna tenere presente chi sono queste entità; la fusione di Disney e Fox riguarda i contenuti: si verrà a creare un polo di creazione e distribuzione di contenuti come non si è mai visto prima.

Dall’altra parte invece abbiamo gli Internet Service Provider (ISP), praticamente chi ha steso i cavi per far veicolare questi contenuti; questi ISP, dalla diffusione di internet, non hanno tratto dei profitti nemmeno lontanamente vicini a quelli dei diffusori di contenuti. Ciò che vogliono fare ora è, quindi, prendere quei soldi e rimetterseli in tasca.

Gli ISP parlano di ristabilire la libertà ma il loro concetto di libertà non è quello della libertà di stampa, di parola o di espressione. Il voto della FCC non è la prima mossa di questa amministrazione contro una rete etica: già a febbraio, poco dopo essere entrato alla Casa Bianca, Trump ha impedito di entrare in vigore a un disegno di legge dell’era Obama. Questo disegno avrebbe vietato ai distributori di connessione di monetizzare le ricerche online fatte dai loro utenti. Se guardi il voto sulla net neutrality da questa prospettiva capisci da che parte sta andando il digitale americano: dalla parte degli ISP, per fargli fare più soldi e la prima a farne le spese è stata la privacy.

Praticamente ora i produttori di contenuti sono penalizzati, e gli ISP hanno diritto a spiare i propri utenti, vendere le informazioni che raccolgono e far pagare caro il servizio tramite cui li spiano.

Il Congresso, però ha il potere di fermare questa china, può agire sulla decisione della FCC. È vero che il congresso è a maggioranza repubblicano ma è anche vero che tra un anno si voterà per il midterm, e se il vento dovesse spirare verso i democratici molti membri del congresso non vorranno avallare una decisione così tanto impopolare, in quanto la maggioranza del Paese è a favore della neutralità di rete.

Il procuratore di New York, Eric Schneiderman, ha annunciato che farà causa contro la decisione e si tratterà di un’azione legale appoggiata da più Stati. Il fatto che non l’abbiano già presentata indica che sempre più Stati si stanno unendo alla cordata.

Il governatore di New York, come quello dello dello Stato di Washington, ha detto che proteggerá i suoi cittadini. Cosa vuol dire, come si possono creare Stati santuario per la net neutrality?

I governatori non possono applicare localmente una legge diversa da quella federale, ma possono aprire il mercato. Al momento a New York ci sono basicamente solo due ISP, Spectrum e Verizon; aprendo a una concorrenza che offre un internet senza piani differenziati, gold e basic, come vorrebbe la FCC, di fatto si smonta questo sistema. Il mercato stesso può minare il voto della FCC. Se i governatori, come credo, applicheranno questo programma, mineranno i piani della FCC senza andare contro le leggi federali.

Di solito si dice che quando si perde un diritto questo non tornerà. Ma non sembra questo il caso della net neutrality

Il caso della net neutrality è peculiare perché è un concetto che negli Usa è entrato intorno al 1860, ed ai tempi aveva a che fare con la trasmissione dei telegrammi, che non potevano avere priorizzazioni. Negli anni ‘90 quando internet non era così diffuso come ora, non si discuteva della sua neutralità; è stato quando l’essere connessi è entrato a far parte delle vite individuali, assumendo un ruolo chiave che c’è stato bisogno di chiarire l’importanza della net neutrality.

Ora internet gioca un ruolo troppo importante nel quotidiano capillare di questo Paese e ci sono molti segni che mi fanno pensare che il voto della FCC non potrà essere applicato, non è possibile distruggere internet.