«Girerò in Italia e in italiano» annuncia Matteo Garrone – reduce dal cast internazionale di Il racconto dei racconti – a proposito del suo prossimo progetto: un adattamento cinematografico di Pinocchio.
L’occasione per parlarne è il suo incontro con la stampa al Giffoni Film Festival, dove è ospite per ricevere il Premio Truffaut 2016 e dove ha tenuto ieri una Masterclass per un pubblico di giovani tra i 18 e i 26 anni con cui ha discusso della genesi del suo recente Tale of Tales.

Al momento, racconta Garrone, si stanno tenendo i provini per trovare il piccolo attore che interpreterà Pinocchio: «È un ruolo molto complesso, e tutto il film si appoggia proprio sul bimbo protagonista». Il piano, continua il regista dell’Imbalsamatore, è di cominciare a girare la prossima primavera, in modo che il film sia pronto per il 2018.
Un’altra fiaba dunque, dopo che il suo ultimo film era stato tratto dai racconti seicenteschi di Giambattista Basile. Il «visionario», spiega infatti Garrone, «è il mio territorio. L’elemento fiabesco è presente in tutti i miei film. Perfino L’imbalasamatore potrebbe essere visto come un racconto moderno di Basile».

E infatti c’era anche l’idea di trarre una serie tv dai racconti dello scrittore napoletano, che però poi «non è andata avanti». Dal Giffoni il regista parla anche di un’altra serie tv: quella tratta da Gomorra di Roberto Saviano così come il suo film del 2008. «Nel 2006 quando ho iniziato a lavorare su Gomorra mi sono incontrato con Saviano, che aveva pubblicato il libro da poche settimane. A lui e al produttore dissi subito che la cosa migliore sarebbe stata fare una serie televisiva, che avrebbe consentito di affrontare tutti i temi trattati dal libro». All’epoca però, continua Garrone, «non c’erano i presupposti per fare una serie tv: il mercato non era così grande e forte come è ora».

Quando finalmente le condizioni erano favorevoli, e gli è stato proposto di girare la serie targata Sky, Garrone ha rifiutato: «sarebbe stato difficile perché sarei dovuto tornare negli stessi luoghi». Trarre una serie tv da Gomorra è stata comunque una scelta «sacrosanta», dice il regista che ci tiene però a specificare che il suo film « è una fiaba nera che va al di là della realtà strettamente napoletana, del luogo in cui era ambientato. Tratta temi universali».