Il messaggio politico è chiaro: «Non siamo un movimento, né un’organizzazione politica: siamo un fenomeno in crescita ed espansione costante. Siamo anti sovranisti, vogliamo unire invece che dividere. Vogliamo lanciare proposte e non soluzioni, invogliare la politica a cambiare la classe dirigente per fare una politica migliore, in attacco e non in difesa».

SONO LE PAROLE di Angelo Fabio Attolico, un dottore di ricerca progettista che lavora come precario per la Regione Puglia. Ha 36 anni ed è l’espressione di quella generazione che è rimasta tagliata fuori dalla politica, fuori dal mondo del lavoro stabile, fuori dalla possibilità di costruirsi un futuro migliore. Ed è parte integrante del fenomeno delle sardine che ieri ha invaso le piazze di Bari e Foggia, dopo aver esordito domenica scorsa a Taranto, per dire che anche «la Puglia non si lega». «Questo non vuol dire che aspiriamo a ricoprire cariche politiche: noi chiediamo alla politica di tornare a fare cose concrete per migliorare la vita del paese per farlo uscire da questo clima d’odio in cui è precipitato da troppo tempo».

Un fenomeno variegato, non a caso uno dei due gruppi nati in Puglia si chiama Arcipelago delle Sardine mentre l’altro si chiama Sardine di Puglia. «A questo nuovo fenomeno che posso tranquillamente definire progressista, e quindi facilmente collocabile nel mondo politico della sinistra anche riformista, hanno aderito e stanno aderendo tante anime diverse, unite dalla voglia di mostrare come esista anche un’Italia diversa rispetto al messaggio sovranista di Salvini: aperta, solidale, accogliente, antifascista» ha detto Attolico ieri in piazza Libertà, nel capoluogo barese, insieme a oltre tremila persone. Che hanno ribadito la loro richiesta di una politica che rispetti la Costituzione e ponga al centro temi passati in secondo piano: lavoro, ricerca, integrazione, giovani, ambiente: insomma più diritti e meno odio.

IN PIAZZA A BARI c’erano anche Francesca, Camilla, Chiara e Davide, i quattro giovani universitari che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione e che si sono alternati al microfono insieme a tantissimi lavoratori precari, che hanno letto articoli della Costituzione e di Calamandrei, avendo sullo sfondo una rete da pescatore piena di sardine di carta con idee e progetti per rinnovare la politica (e soprattutto la sinistra): questa la scenografia scelta dalle Sardine baresi per la manifestazione. Che ha reso omaggio a Benedetto Petrone, il 18enne barese ucciso 42 anni fa proprio in piazza Prefettura, dopo un brutale pestaggio ad opera di una squadraccia fascista. Ricordato anche il pestaggio del settembre 2018, nel quartiere Libertà ad opera di alcuni affiliati di Casapound che aggredirono un gruppo di giovani che avevano poco prima manifestato contro l’arrivo dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini.

LO STESSO È AVVENUTO a Foggia, dove oltre 300 sardine hanno intonato Bella ciao con in mano dei fogli con la stampa di una sardina sui quali scrivere le proprie idee. «Sono uno studente fuori sede e ho partecipato lo scorso novembre alla prima manifestazione delle sardine a Bologna – racconta Francesco, studente universitario -. Oggi sono tornato a Foggia, nella mia città per manifestare anche contro la fuga dei cervelli. La politica ci ripete sempre che siamo il futuro, ma non viene fatto nulla di concreto per impedire la fuga di noi giovani studenti».

È chiaro che un fenomeno come quello delle sardine a breve sarà chiamato a fare delle scelte precise sul suo futuro. «Il 14 dicembre ci sarà la grande manifestazione di Roma dove arriveranno sardine da tutta Italia. Il giorno, il 15, ci sarà una sorta di costituente dove si riuniranno coloro che hanno supportato il fenomeno nei propri territori» afferma Attolico.

ANCHE SULLE PROSSIME elezioni regionali, a cominciare da quell’Emilia Romagna dove è nato il fenomeno, la posizione è chiara: «Noi avanzeremo le nostre proposte che speriamo possano entrare a far parte delle agende dei partiti politici che concorreranno alla vittoria finale».