L’accusa è giunta da una deputata del partito di sinistra filo-curdo Hdp, Tulay Hatimogullari, in un’interrogazione rivolta a fine anno al ministro degli esteri turco Cavusoglu: centinaia di donne e ragazze del cantone curdo-siriano di Afrin, occupato dalla Turchia e dalle milizie islamiste nell’aprile 2018, sono state portate in Libia per fare da schiave sessuali ai mercenari inviati da Ankara al fianco del governo di Tripoli.

Rapite e fatte passare dal confine turco-siriano per essere vendute a trafficanti e poi condotte in Libia. A darne conto era stato il network Afrin Report che cita le denunce dei residenti, già verificate e documentate dal Missing Afrin Women Project che ha tracciato in una mappa interattiva almeno 150 sparizioni e la milizia responsabile. Ma sono oltre mille le donne scomparse nel 2018, durante l’assedio di Afrin.