Due spettacoli nuovi, in una stagione lunga e ricca, per lo Stabile torinese. Entrambi a loro modo «scolastici». Licia Lanera guida infatti gli allievi diplomati dalla scuola dello Stabile in una lettura «trasgressiva» del Roberto Zucco di Koltès: con qualche variazione di fantasia, si perde un poco la scientifica ribellione di quell’eroe dei nostri tempi, tutto dedito a una sua estrema moralità del male, tra sangue materno e amore alla perdizione per la sua ragazzina del cuore.

Ancor più «scolastico» ovviamente l’altro titolo, Cuore Tenebra, migrazioni tra De Amicis e Conrad, produzione importante dello stabile al Carignano, che Gabriele Vacis ha elaborato nella confluenza di due romanzi quasi coevi, e dalle narrazioni incrociate. Se De Amicis porta il mondo intero in quella classe torinese di un’Italia malamente unificata, Conrad dilata il romanzo di formazione del giovane marinaio inglese negli scenari vertiginosi del Congo. Ma questi è poco presente: solo per pochi minuti il maestro Jurij Ferrini ne accenna la trama.

E’ la classe deamicisiana a prevalere nella drammaturgia di Vacis, con i racconti mensili e con i sentimenti, i conflitti, le agnizioni della più famosa scolaresca italiana. Non manca la presenza in scena di un’altra scolaresca «vera», ogni sera di una diversa scuola torinese, così come ogni sera c’è in apertura una piccola conferenza di un ospite illustre (nella serata del sottoscritto, Aldo Cazzullo, che parlava del suo libro sui telefonini). Non mancano i momenti di commozione, e di divertimento. Ma forse la folla errante di scolari veri e falsi rischia di far prevalere la tenebra sul cuore.