Cuba propone una riunione straordinaria dell’Assemblea generale dell’Onu per fermare la guerra di Obama & C. In un comunicato ufficiale, il ministro degli esteri Bruno Rodriguez Parrilla da un lato chiede al Consiglio di sicurezza di «tener fede al suo mandato di tutela della pace, frenando un intervento militare che minaccia la pace e la sicurezza internazionale in questa regione del mondo». Ma dall’altro, «anche l’Assemblea generale dell’Onu ha la responsabilità di fermare le aggressioni, soprattutto quando si prevede che il Consiglio di Sicurezza, dominato dagli Usa, non possa decidere in tal senso. L’Assemblea deve riunirsi con urgenza. Il Segretario generale dell’Onu deve rispondere all’immensa responsabilità che gli compete rispetto alla pace e deve attivarsi immediatamente».
Nel 1956 l’Assemblea generale costrinse Francia, Regno unito e Israele a ritirarsi da canale di Suez. E anche durante la crisi coreana l’Assemblea si riunì d’urgenza. Cuba ha una consolidata tradizione di opposizione attiva alle guerre, fin dal novembre 1990 quando, da membro non permanente del Consiglio di sicurezza, fu l’unico paese insieme allo Yemen a votare contro la guerra all’Iraq. Da quando è nata l’alleanza progressista Alba, i cinque suoi paesi membri hanno sempre portato avanti, inascoltati dagli stessi “movimenti” occidentali, proposte negoziali che avrebbero scongiurato bombe e ingerenze. E’ stato così anche nel caso della Libia.
Il governo di Cuba fa appello al Congresso Usa che potrebbe, dicendo no, «dare un grande contributo alla pace nel mondo», oppure dicendo sì, «assumersi responsabilità di fronte alla storia». E chiede ai governi e ai popoli la massima mobilitazione contro gli intenti bellicosi di Barack Obama il quale «non dà spazio ad alcuna soluzione politica, non presenta prove, viola il diritto internazionale e si prepara a provocare più morte e distruzione».