Fidel Ángel Castro Díaz-Balart, primogenito dello scomparso Fidel, si è suicidato giovedì mattina. Aveva 68 anni e secondo quanto ha informato il tg della sera – senza fornire immagini – «negli ultimi mesi era stato curato in ospedale a causa di un profondo stato depressivo. Dimesso dall’ospedale era in cure ambulatoriali».

I TELEGIORNALI DI IERI MATTINA hanno mantenuto un profilo basso nel dare la notizia, che ovviamente si era diffusa di bocca in bocca. Non vi saranno cermonie pubbliche e i funerali saranno riservati strettamente ai parenti. In generale anche la gente comune – almeno nella capitale – considera che si tratti di un lutto famigliare. Fidel Ángel infatti non aveva alcuna carica politica. E l’ultima volta che era apparso in pubblico – con occhiali scuri e una bandiera cubana – era stato nel dicembre 2016, al funerale del padre. Era l’unico figlio che il defunto lider maximo aveva avuto dalla sua prima moglie Mirta Díaz-Balart, conosciuta ai tempi dell’Università all’Avana e dalla quale aveva divorziato nel 1955 mentre era in Messico a preparare il suo rientro nell’isola. Aveva cinque fratellastri figli della seconda moglie di Fidel, la maestra Dalia Soto, e una sorellastra frutto della relazione con Natalia Revuelta. Per parte di madre era imparentato con due sponenti dell’anticastrismo della Florida, i deputati repubblicani Lincoln e Mario Díaz-Balart. Era sposato con Oòga Smirnova, dalla quale ha avuto tre figli.

LAUREATO IN FISICA ATOMICA in Unione sovietica, prima nel prestigioso istituto Kurchatov poi all’università Lomonosov di Mosca, Fidel Ángel negli anni ’80 del secolo scorso era stato posto dal padre alla testa della Commissione per l’energia nucleare incaricata di costruire una centrale nucleare nella provincia di Cienfuegos. Un progetto poi interrotto tra le polemiche e soprattutto con un brusco licenziamento del figlio da parte di Fidel, che lo accusò apertamente di «inefficienza». Solo nel 1999 era ritornato ad avere cariche pubbliche – negli ultimi anni era Consigliere scientifico del governo e vicepresidente dell’Accademia delle scienze – dopo essersi occupato di divulgazione scientifica e nanotecnologie.

I RAPPORTI CON IL PADRE non erano mai stati facili. Lo stesso Fidel Ángel lo ha ammesso in una recente intervista a Russia Today dove aveva però “giustificato” Fidel: «Durante la mia infanzia la situazione a Cuba era assai complicata e lui come gli altri principali leader avevano pochi contatti con la famiglia».

Per quanto la tragica sorte del primogenito di Fidel sia considerata e trattata come «un lutto famigliare», essa avviene in un momento politicamente delicato per l’isola, dove si prospetta un cambio generazionale che alcuni commentatori già definiscono la «fine dell’era Castro». Raúl si ritirerà e il prossimo aprile verrà eletto un nuovo capo di Stato che, dopo 60 anni dalla Rivoluzione, quasi certamente non avrà il cognome Castro. Una transizione dunque difficile, soprattutto perché Cuba è tornata al centro della politica aggressiva degli Stati uniti di Trump.