La notizia è di novembre 2020: la sede provvisoria della scuola media Panzacchi di Ozzano dell’Emilia vicino a Bologna durante la realizzazione del nuovo edificio (molto bello e molto costoso) è nell’attuale biblioteca costruita ex novo nel 1998 su progetto di Mario Ciammitti che ne seguì anche i lavori di costruzione. Ottima scelta, pare al comune, rimanendo la scuola in centro e vicino alla sede originaria, dopo un primo tentativo di traslocarla in una caserma dismessa in estrema periferia.

Sorgono subito domande, però, a fronte della decisione presa senza alcun processo di condivisione con le tante associazioni che abitano nella stessa biblioteca: il nuovo edificio dovrebbe essere terminato fra circa quattro anni, ma andrà a buon fine? A quel punto la biblioteca che funge anche da spazio per le varie attività culturali tornerà a essere tale? E soprattutto: dove saranno collocati gli oltre 65mila volumi custoditi al suo interno e dove le sale di lettura ampiamente frequentate da grandi e piccoli – prima del Covid – adempiendo perfettamente all’idea centrale del progettista Ciammitti: creare una «piazza coperta» del paese.

SITUATO nella centrale piazza Allende, allora troppo grande, l’edificio fa da perno e punto di passaggio tra una parte adibita a mercato e parcheggio (raggiungibile con l’auto) e un’altra a verde che peraltro nell’estate scorsa era diventato frequentatissimo punto di riferimento per la comunità intera tra arena spettacoli all’aperto e semplice zona d’incontro, dopo una primavera in lockdown.
Spalmati su due piani gli spazi interni sono concepiti un po’ seguendo i concetti del Bauhaus per cui la funzionalità determina l’estetica e un po’ l’esperienza personale vissuta in biblioteche europee, scoprendole dotate di diversi angoli per leggere e studiare.

Lo scrive in un articolo lo stesso Ciammitti sulla rivista Ibc dell’Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, dove spiega anche di aver seguito i tre principi formulati da Giulio Einaudi nel 1962 per un prototipo di biblioteca da replicare in grandi e piccoli centri urbani: un fabbricato aperto che permette «passeggiate fra i libri» di giorno e di sera; uno spazio unitario e fluente articolabile in vari settori come segreteria, sale da lettura per grandi e piccini, per conferenze, incontri e piccoli concerti, archivi-depositi, eccetera; e in ultimo un elevato livello architettonico. Insomma, una biblioteca è capace di aggiungere anche nei più squallidi contesti edilizi una sana dose di recupero civile.

ORA, questo «gioiello architettonico» già costruito secondo i canoni ambientali sotto forma di edificio semplice e leggero, poco costoso, senza rinunciare ai principi di grandi maestri dell’architettura moderna, dovrebbe cambiare funzione. Certo, nessuno mette in dubbio l’importanza di dare una sede unica ad alunni e alunne, ma non è che in nome dell’istruzione viene ancora una volta meno la cultura e il tessuto urbano, già sofferenti in questi tempi di pandemia?

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qui la lettera di Rosa Maiello, presidente AIB, e Roberta Turricchia, presidente AIB Emilia Romagna, al sindaco di Ozzano