In una scena surreale, la partita dei campioni iniziava e terminava come se nulla fosse. Intorno al catino dell’Ezio Scida, lo stadio comunale, il paesaggio era spettrale. Pare che a queste latitudini la modernità la possa dare solo il “dio pallone”. Per il resto, lo sviluppo è da medioevo.

Perché l’alluvione che ieri ha invaso Crotone e la costa jonica pitagorica non è la prima e non sarà l’ultima. “Ho rivissuto i momenti di vent’anni fa- ci dice un’anziana signora mentre svuota lo scantinato della sua casa nel rione Marinella. Il 14 ottobre 1996, negli stessi luoghi, e negli stessi quartieri, l’Esaro tracimò.

L’impatto fu devastante: decine di morti, centinaia di feriti, danni incalcolabili. Bastarono 120 mm di pioggia caduti sul bacino del fiume durante la mattinata e il reticolo degli affluenti dell’Esaro andò in crisi, provocando l’inondazione della periferia ovest, della zona industriale e del centro storico. Ieri mattina lo scenario lunare si è ripetuto. Solo il fato ha voluto che il bilancio non fosse tragico.

Crotone si è svegliata sotto un metro d’acqua a causa della pioggia incessante che per 20 ore non ha dato tregua e ha creato enormi disagi.  In alcuni punti della città le auto sono state completamente inghiottite dall’acqua. Le zone più colpite sono piazzale Nettuno, via Cappuccini, via Claudio Crea, il lungomare, il quartiere Tufolo, la borgata Poggio Verde. Nella serata di venerdì, la protezione civile regionale aveva messo in guardia sulle difficili situazioni climatiche previste. Un annuncio che si è rivelato azzeccato. Ma era troppo tardi. Perchè il problema è politico.

Una disastrosa gestione del suolo pubblico negli ultimi trent’anni ha portato a questo. Nessuna manutenzione periodica di corsi d’acqua e reti fognarie, la mancata realizzazione di opere per diminuire la probabilità che si verifichi l’evento estremo o per ridurne l’impatto (la costruzione di argini). Ma soprattutto la scellerata espansione urbanistica nelle aree alluvionabili. Come se non bastasse, mai si è messo a punto un efficiente sistema di allertamento che permettesse l’attivazione della protezione civile locale, la pianificazione e le esercitazioni.

E nessuna giunta ha mai perseguito l’imprescindibile attività di sensibilizzazione della popolazione: essere consapevoli e preparati è infatti il modo migliore per convivere con il rischio.”Solo gli incompetenti possono immaginare di poter tutelare l’incolumità di persone e beni limitandosi a portar cerotti (soccorso) e a gestire il superamento dei momenti di crisi (gestione dell’emergenza). Occorre prevenire, siamo stufi di rivivere in continuazione scene indegne per un paese civile” ha commentato il presidente dell’ordine dei Geologi calabresi, Alfonso Aliperta.

Il neosindaco Vincenzo Voce a due mesi dalla sua elezione ha fatto poco e niente. Questa inerzia, tipica dei populisti, bravi a comiziare ma incapaci a governare, ha portato 2 giorni fa al commissariamento dei servizi sociali da parte della regione. E l’improvvisazione era palpabile ieri con la macchina dei soccorsi che stentava a decollare.

“Mancano uomini e mezzi della protezione civile. I vigili del fuoco lavorano a ritmo serrato ma l’organico è totalmente insufficiente, come i mezzi- rimarca Filippo Sestito del movimento Liberi per Crotone- Anche i presidi volti a tutelare il territorio, come i presidi sanitari, sono stati smantellati da decenni di politiche neoliberiste bipartisan. I problemi in Calabria e a Crotone sono enormi e non basta gridare sui social per risolverli, bisogna avere le competenze e la necessaria visione politica per affrontarli e risolverli con una programmazione di medio e lungo periodo.

Abbiamo assistito all’assenza imbarazzante dell’amministrazione comunale. È stato il mutuo soccorso dei cittadini ad aiutare spesso chi era in difficoltà, oltre ai vigili del fuoco e agli uomini della protezione civile. Sappiamo che in queste ore si susseguono riunioni tra comune e prefettura per l’emergenza maltempo e sappiamo anche della presenza, oltre al sindaco, del candidato alle elezioni regionali di gennaio 2020, Carlo Tansi. Se fosse vero ci chiediamo, a che titolo? Forse l’amministrazione comunale ritiene che i funzionari preposti non siano all’altezza oppure si pensa ad un commissario gratuito per questa fase di emergenza?

Il comune  sta facendo evacuare, in queste ore, i nuclei familiari a rischio, ma non poteva essere fatto prima? Nel frattempo il patron del Crotone calcio, Gianni Vrenna, ha annunciato che la partita Crotone-Lazio si farà. La città è in ginocchio, but the show must go on”. E mentre la notte cala, la città ferita attende la prossime ore. E la prossima annunciata bomba d’acqua con terrore.