Duecento morti in un tunnel in Nord Corea per un’esplosione nucleare dovuta a un test atomico. A riportare la notizia è stata l’agenzia sudcoreana Yonhap, sostenendo di averla ripresa dalla tv giapponese Asahi. Secondo la Yonhap un tunnel in costruzione presso il sito nucleare di Punggye-ri nel nord del paese «è crollato e 200 lavoratori potrebbero essere stati uccisi. Circa 100 persone sono rimaste intrappolate dentro, quando il tunnel – non ancora completato – è crollato mentre altri 100 potrebbero essere morti nel tentativo di salvare gli altri, secondo quanto riportato dal canale televisivo giapponese Asahi».

La Yonhap conclude che «nessun altro elemento è presente nel report e non è indicata neanche la data dell’eventuale test nucleare» che avrebbe causato il crollo e le morti. Che la Corea del nord sia uno degli stati più complicati da «coprire» in termini giornalistici è risaputo così come il fatto che il paese non costituisce certo un esempio di informazione libera; diventa dunque difficile verificare la notizia, considerando che è stata ripresa dal Telegraph e dal Sun ma non dai grandi siti di informazione internazionale.

Siamo di fronte al classico caso della verosimiglianza: la notizia potrebbe essere vera, perché sappiamo che i test nucleari nord coreani ci sono stati e hanno creato conseguenze rischiose per tutta l’area. La notizia, però, potrebbe anche rientrare nell’accozzaglia di news false spesso riferite alla Corea del Nord, come ad esempio quella che denunciava l’ammazzamento di funzionari tramite macabro sbranamento di cani. In ogni caso, la Corea del Nord rappresenta comunque una minaccia e ancora non si è capito come prendere le misure al suo leader, Kim Jong-un: la questione coreana – non a caso – sarà uno dei temi caldi nell’agenda dell’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e Donald Trump l’8 novembre, quando i due si incontreranno a Pechino.