L’Umbria rossa non c’è più. I dati elettorali sono impietosi. Vince il centrodestra in tutti i collegi uninominali (2 al Senato e 3 alla Camera). Nel proporzionale vengono eletti dalla coalizione Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia due senatori e due deputati. In complesso 9 parlamentari, quanti ne aveva totalizzati il Pd nelle politiche del 2013. Ai cinque stelle ne vanno 2, uno alla Camera e uno al Senato, al Pd 3 (due al Senato e uno alla Camera, tutti renziani doc), ne rimangono due che dovrebbero essere attribuiti, sulla base del calcolo dei resti, uno al Pd e l’altro ai pentastellati.

Le percentuali sono ugualmente inequivocabili. Il M5S supera da solo l’intera coalizione di centro sinistra (27,52% contro i 27, 51 con il Pd sotto il 25%), al proporzionale lo schieramento di centro destra raggiunge il 36,7%, con una presenza maggioritaria della Lega che si aggiudica il 20,2%. Insomma il Partito democratico perde sul campo oltre 10 punti percentuali, i pentastellati avanzano e la Lega, elettoralmente inesistente cinque anni fa, è con 4 eletti la prima forza del centro destra.

È questa la vera novità della tornata elettorale in Umbria. Non è solo frutto dell’effetto di trascinamento nazionale, ma di un’opposizione dura – ben più incisiva di quella di Forza Italia – in Regione e nei Comuni; delle pessime prove che le amministrazioni locali a trazione Pd hanno dato nell’ultimo triennio; di scandali ed inchieste giudiziarie devastanti come nel caso di Terni; della percezione del fenomeno dell’immigrazione e del pericolo “islamista”, peraltro inesistente in Umbria; delle crisi industriali delle maggiori imprese, soprattutto multinazionali. Sta tramontando un sistema politico e istituzionale che è stato maggioritario nella regione dal dopo guerra. È allo stremo una rete di connessioni tra istituzioni, politica e società che aveva finora premiato il Pd. D’altro canto gli argini a sinistra sono perlomeno esili. LeU non raggiunge il 3%, Potere al popolo si attesta poco sopra l’1%. Entrambi sono stati visti – a torto o a ragione – come corresponsabili di un sistema di potere ormai in declino. In primavera si voterà in otto comuni, tra cui Spoleto e Terni, seguirà nel 2019 un’altra tornata di elezioni locali oltre quelle europee, tra due anni si rieleggerà il Consiglio regionale. Saranno altrettante occasioni per comprendere se quanto è avvenuto in Umbria il 4 marzo sia accidente o sostanza.