La giornata è convulsa e comincia con una «presa di distanza» del presidente Crocetta dalle parole del suo assessore al Turismo, il cantautore Franco Battiato che a Bruxelles per una visita mista istituzionale-professionale (la sua professione) ha spiazzato il suo uditorio con parole unanimemente considerate grevi. In Parlamento – quello italiano – ci sono «troie» disposte a far tutto, ha detto Battiato e le repliche offerte qua e là sui media nazionali non hanno risolto la situazione.

Per far fronte al disastro, Rosario Crocetta, il presidente della Regione siciliana che tanto convince i media nazionali ci mette un giorno intero e affida la sua replica prima ad una nota in cui si definisce «addolorato». E poi, com’è costume di Crocetta, spiazza tutti con un colpo di reni che anestetizza le polemiche nascenti nella sua stessa maggioranza. L’Udc, il partito del segretario regionale Gianpiero D’Alia, aveva già pronta la sua richiesta: nel vertice di maggioranza del pomeriggio avrebbe chiesto le dimissioni di Battiato su cui nelle ore precedenti si erano espressi praticamente tutti.

Crocetta non si è fatto sorprendere e in un colpo solo ha revocato dall’incarico sia Battiato che l’altro assessore «fantasioso» della giunta siciliana: lo scienziato Antonio Zichichi con la delega ai Beni culturali e all’identità siciliana. Di identitario in questi mesi Zichichi ha ritenuto si dovesse «sposare» la promozione dell’immagine dell’inventore siracusano Archimede e la richiesta all’Onu di dedicare all’invenzione del calendario una giornata ad hoc.

Con Zichichi qualche screzio si era già registrato nei giorni scorsi: Crocetta si era lasciato sfuggire la volontà di «lasciare» a Zurigo lo scienziato ericino. Tranne poi rimarginare la ferita e far dire in una pubblica dichiarazione cinque giorni fa all’assessore ormai dimesso Zichichi che con «il governatore era tutto a posto». Insomma il più «teatrale» fra le parti in causa è certamente il presidente siciliano che mostra di non sbagliare un colpo quanto a comunicazione politica e tattica. Con la revoca dei due incarichi, Crocetta non si è lasciato mettere sotto scopa dai suoi alleati e può dirigere da protagonista, come sempre, le trattative per la sostituzione dei due assessori «tecnici». Che – come stabilito dal vertice di maggioranza che poi si è svolto – saranno comunque «tecnici». Un messaggio chiaro a Pd e Udc da parte di Crocetta che non potranno occupare con i propri «politici» quei posti di «prestigio». Ora il presidente siciliano avrà facile gioco e piazzerà in quelle poltrone nomi a lui vicini: quello più gettonato in queste ore è il nome di Antonio Presti, il mecenate di Tusa nel cui hotel si è trasferito il quartier generale della presidenza della Regione e del partito del Megafono. Un «ringraziamento» a Presti fin troppo scontato da parte di Crocetta che per l’ideatore della Fiumara d’Arte invece potrebbe pensare ad un posto di consulente. Fra i promossi rischia di esserci il capo di gabinetto di Battiato, Alessandro Rais animatore del Queer Festival di Palermo e già a capo della Sicilia Film Commission.

Ma la sostituzione dei due assessori per Crocetta potrebbe dare il via ad un rimpasto interno assegnando e togliendo deleghe: al Turismo potrebbe andare la giovanissima Nelli Scilabra fin qui nel difficilissimo settore della Formazione professionale. Mentre dall’assessorato al Lavoro – si dice – Crocetta potrebbe scorporare la delega alla Famiglia trasferendola ad un dipartimento ad hoc sotto l’assessorato alla Salute della fedelissima, Lucia Borsellino. In questo modo Crocetta avrebbe ottenuto anche un altro risultato: depotenziare l’importanza di un incarico – quello al Lavoro appunto – assegnato ad un assessore di fede udiccina come Ester Bonafede.