Scoppiano le polemiche all’indomani della manifestazione che ha visto la riserva naturale Sughereta di Niscemi invasa dagli attivisti con un corteo pacifico e colorato, per dire no al Muos e alle 46 antenne Nrtf-8 installate nel 1991.

I pochi momenti di tensione, cui è seguito l’ingresso dei manifestanti all’interno della base militare attraverso due aperture nelle reti di recinzione, per il governatore Rosario Crocetta «erano prevedibili». E aggiunge: «Avevo avvertito dei pericoli, nei mesi e nelle settimane scorse, prima Cancellieri, poi Alfano». Crocetta sostiene che a manifestare, insieme alla popolazione pacifica, ci fossero «punte estremiste che esasperano la lotta. Ma ci sono anche altre infiltrazioni». E specifica che si tratta di infiltrazioni mafiose: «In una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere».

Immediate le reazioni degli attivisti e dei Comitati che hanno preso parte alla manifestazione: «Crocetta si inventa la presenza della mafia tra i No Muos perché non sa come giustificare il suo voltafaccia con il provvedimento di revoca della revoca delle autorizzazioni agli americani», afferma la coordinatrice del Comitato delle “Mamme No Muos” di Niscemi, Concetta Gualato. Anche Nadia Furnari, del Coordinamento regionale dei Comitati No Muos, non nasconde il proprio sdegno: «Siamo sconcertati. Il Movimento è fatto da persone perbene. Se Crocetta ha dubbi di tale gravità sulla gente lo costituisce, deve rivolgersi alla Procura della Repubblica, facendo nomi e cognomi. Non ad Alfano». E c’è chi prova a reagire alle pesantissime affermazioni del governatore sfoderando le armi dell’ironia. Come Peppe Cannella, medico psichiatra e attivista, presente alla manifestazione: «Crocetta ha ragione. Confermo di avere fatto parte prima di Cosa Nostra che poi ho lasciato per aderire alla Stidda. Ieri, insieme con altri 50 attivisti mafiosi dell’albo di Modica, ci siamo infiltrati nella speranza di trovare un lavoro anche noi, come le ditte che già lavorano al Muos di Niscemi».

A schierarsi dalla parte dei No Muos, c’è anche Sinistra Ecologia e Libertà: «La faciloneria con la quale il governatore Crocetta parla di infiltrazioni mafiose nel movimento No Muos è semplicemente sconcertante. La gravità di alcune dichiarazioni, buttate sul tappeto senza argomentazioni valide o elementi di prova, evidenzia la totale assenza di una cultura di governo che già era emersa con il balletto, anch’esso sconcertante e vergognoso, con il quale il governo regionale ha gestito la vicenda dell’installazione della stazione Muos a Niscemi». Per Sel, a questo punto, è necessario che «il governatore Crocetta chieda scusa o porti prove incontrovertibili a sostegno delle sue bizzarre tesi e ricordi che allo stato attuale gli unici elementi che connettono Muos e Mafia sono contenuti nelle segnalazioni della Dda su interessi economici di diverse ditte impegnate nella realizzazione dei lavori».

Intanto, il Movimento No Muos sta preparando una querela per diffamazione indirizzata al presidente della Regione siciliana, che verrà presentata nei prossimi giorni. A firmarla, un gruppo di attivisti, fra i quali il professor Massimo Zucchetti e il giornalista Antonio Mazzeo.