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Crocetta: «Facciamo tre leggi, poi si può votare»

Crocetta: «Facciamo tre leggi, poi si può votare»Rosario Crocetta, governatore della Sicilia

Intervista L’offerta di Rosario Crocetta ai suoi avversari: abolizione delle province, acqua pubblica e un intervento per i poveri, «si può fare in un mese, poi concordiamo la fine della legislatura». Il presidente della Sicilia annuncia che querelerà l’Espresso, vuole una commissione d’indagine e attacca: «Non posso farmi da parte di fronte a una macchinazione di queste proporzioni, su di me la mafia ha lanciato una fatwa spiegando che prima di uccidermi bisognava distruggere la mia immagine pubblica». «Quel giornalista conoscitore dei servizi già in passato mi ha accusato falsamente»

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 21 luglio 2015

«Ora sto un po’ meglio, ora che comincia a uscire fuori la verità dei fatti». Rosario Crocetta è tornato nel suo ufficio, al suo posto di governatore della Sicilia. Presidente, vuole restare?

A me di restare o no non interessa nulla. Il potere non mi interessa. Ma, prima cosa, non posso farmi da parte di fronte a una macchinazione di queste proporzioni. Seconda, la situazione della Sicilia merita un atto di responsabilità per mettere a posto i conti, fare due-tre riforme necessarie. Dopodiché insieme alla maggioranza e al parlamento siciliano verificherò se può andare avanti la legislatura oppure si deve andare al voto. Ma non cederò a chi costruito un dossier falso che apre una ferita tremenda non solo al mio cuore, alla mia sensibilità ma anche alle istituzioni democratiche.

Chi sarebbe l’autore di questa ’macchinazione’?

Un momento. Ricostruiamo i fatti. Quando una persona viene intercettata, e il medico Tutino lo è dal 2013, quell’utenza telefonica è accessibile a tutti coloro che intercettano. Quindi se la procura che indaga dice che la frase riferita dall’Espresso (il medico Tutino dice che «Lucia Borsellino va fermata come suo padre, ndr) non c’è in nessuna intercettazione, quella frase non c’è. Tant’è che il procuratore di Palermo Lo Voi prima di smentirne l’esistenza chiama tutte le forze dell’ordine di Palermo, tutti quelli che hanno procedimenti su Tutino e tutti i magistrati. E decide di riascoltare tutte le intercettazioni. E quindi smentisce per ben tre volte. Quindi, se la cosa non esiste, come non esiste, chi può ordire una cosa del genere?

Chi, secondo lei?

Soggetti deviati? Ecco, vedi qua (Crocetta si interrompe per leggere una dichiarazione del pm Agueci, ndr), non si tratta neanche di un’intercettazione ambientale. Non c’è niente. Non è escluso che l’Espresso sia caduto in una trappola. Ma a questo punto l’Espresso e il giornalista Piero Messina (autore dell’articolo in questione, ndr), rendendosi conto della bufala, dovrebbero collaborare con la procura per ricostruire la verità. Messina non è nuovo ad accuse azzardate contro di me. Una volta nel 2013 in un articolo apparso sulla rivista Limes teorizza che la mia decisione dell’epoca di bloccare il Muos avrebbe creato scontri con gli americani e che per questo sarebbero saltati miliardi di euro di investimenti. Nel 2014 esce su Live Sicilia un suo articolo che dice che il rappresentante dell’associazione Italia-Palestina, che avevo incontrato per una cooperazione sanitaria, sarebbe un terrorista internazionale e che questa mia decisione di sostenere la Palestina avrebbe scontentato il governo israeliano e tutta l’intelligence occidentale. Io non accuso nessuno, ma mi rifiuto di pensare che i servizi di un paese democratico possano operare così. Mentre sospetto che alcuni poteri deviati del sistema siciliano colpiti dall’azione antimafia e anticorruzione del mio governo, sia nel mondo della sanità che in altri settori abbiano pensato di fare un vero attentato alle istituzioni. Siamo ai limiti del golpe. Se quel giorno non ci fosse stata la pronta risposta del procuratore Lo Voi io mi sarei dimesso, e avrei potuto persino uccidermi, cosa che ho pensato per tutta la giornata.

La vogliono colpire per la sua azione di governo?

Contro di me c’è un dossieraggio fasullo su cui si costruisce un castello terribile di un processo a un uomo che ha fatto del suo impegno contro la mafia un impegno di vita. Voglio ricordare una cosa della mia storia personale: nell’aprile 2014 un collaboratore di giustizia rivela che ’Crocetta deve essere eliminato’. Il pm chiede ’perché?’’Perché è stato condannato a morte dal boss di Gela Daniele Emanuello (ucciso in precedenza in uno scontro a fuoco, ndr). Il collaboratore di giustizia spiega che il boss aveva preso questa decisione quando nel 2005 avevo licenziato sua moglie che lavorava al comune di Gela. Io in quel momento sapevo che era una sfida anche personale al boss. La condanna non si può revocare perché chi l’ha emessa è morto. È una fatwa mafiosa. E ancora racconta le modalità dell’esecuzione: ’prima far cadere politicamente Crocetta, denigrarlo, dossierarlo, e quando sarà un uomo solo senza scorta dovrà essere ammazzato in modo che sembri un incidente. Perché non deve morire come un eroe antimafia’.

Questi ultimi attacchi risalgono alla sentenza di quel boss contro di lei?

Non lo so, io dico che la campagna di denigrazione contro di me è in corso da tempo. Alcune cose le ho denunciate alla procura. Nel giugno dell’anno scorso durante la sfilata del Gay Pride un ragazzo omosessuale mi ha riferito che un giornalista gli aveva chiesto di aiutarlo a raccontare una mia presunta storia di pedofilia.

Chi era?

Non dirò né il nome del giornalista né quello della persona che me l’ha raccontata perché ho sporto denuncia e la persona ha fatto una dichiarazione certificata. Ma non sono poche le calunnie che vengono fatte circolare sul mio conto. Anche perché sono omosessuale. Anche a proposito del medico Tutino, si è detto che io sarei stato il suo amante, anche se lui è rigorosamente eterosessuale e peraltro a me non piace, e anzi mi è capitato di chiedergli di smetterla con certe affermazioni eccessive sulle donne: lui è un machista e questo a me dava veramente fastidio. Comunque io sono un pasoliniano, anche nell’estetica. A me i borghesi non piacciono. Il mio mito da ragazzo era Pierre Clémenti, bello e contestatario, e Ninetto Davoli, simbolo di una poesia forte e innocente ma soprattutto popolare.

Sessismo contro di lei?

Gli attacchi degli ultimi giorni calcavano la mano sulla chirurgia estetica. Una lipoaspirazione per diabetici è diventato un lifting addominale, fino alla sbiancatura del sedere (esplode in una risata, ndr), cosa per cui querelerò Pietrangelo Buttafuoco. Per certi piccolo-borghesi gli omosessuali devono essere per forza leggeri e dissoluti.

Lei comunque esclude quindi che questo nastro esista?

Ma non crederà che il procuratore di Palermo faccia una smentita così netta se sapesse o sospettasse che altre procure abbiano materiale così ’scottante’? E ribadisco: se l’intercettazione nasce sull’utenza di Tutino è tecnicamente impossibile che ci sia una procura o una forza dell’ordine che abbia quell’intercettazione. Uno non viene ascoltato a intermittenza ma 24 ore su 24. Se non c’è per la procura di Palermo non c’è e basta.
Oggi i suoi avvocati terranno una conferenza stampa. Procederà in giudizio contro l’Espresso?

A meno che non dicano: ’Scusate, ci hanno preso in giro, collaboriamo con la giustizia per fare chiarezza’.

Passiamo alla politica: la vice di Renzi, Debora Serracchiani, dice che ’in Sicilia la situazione è insostenibile’. Le chiedono tutti di farsi da parte.

Certo che è insostenibile, ma un partito che è al governo e che ha tutti gli strumenti per accertare la verità, non può accettare che si faccia fuori un suo militante sulla base di un falso, di un sillogismo mediatico sapientemente costruito per operare un massacro. Chiedo che il Pd si faccia promotore di una commissione di indagine per verificare i fatti. Lo deve agli italiani. Ripeto, io mi sono autospeso, ero pronto a dimettermi, ma anche a farla finita.

L’autosospensione però è stato solo un gesto simbolico.

No, è stato un gesto concreto. Sono stato a casa, mi sono astenuto da qualsiasi atto politico e amministrativo. Ma dopo due giorni che ho pianto come un dannato, ora reagisco. Non accetterò che i carnefici mi dilanino le carni. Su altre motivazioni, politiche, posso lasciare anche sereno. Ma si deve partire dal fatto che contro di me hanno riversato una montagna di fango.

La sua ex assessora Lucia Borsellino l’anno scorso, in una nota della procura, aveva sostenuto di aver avuto pressioni da uomini della sua lista, il Megafono.

Ho sempre detto a Lucia di agire autonomamente e di fare le sue scelte. Ed è quello che ha fatto in questi anni. Le nomine le ha proposte lei e noi in giunta abbiamo sempre approvato le sue scelte. I consigli e le raccomandazioni non sono una novità, anche io sono sottoposto in continuazione a queste pressioni. Ma bisogna distinguere le parole dai ricatti. Noi non ci siamo mai fatti condizionare.

Alla fine però si è dimessa.

Non ce l’ha fatta più. Ma fino a una settimana prima ero a cena con lei.

Ma si sentiva sola, così ha detto anche il fratello Manfredi.

Ascolti, io capisco che si sia sentita tradita leggendo la frase della presenta intercettazione. Ma io non ho mai tradito Lucia. Anzi, nel caso della piccola Nicole (la neonata morta in un pronto soccorso palermitano, nel febbraio 2015, ndr) ho fatto da scudo agli attacchi contro di lei. Se volevo liberarmi di Lucia, era quello il momento adatto. Sarebbe uscita con infamia. Invece l’ho difesa. Lei sa come abbiamo lavorato insieme. Aggiungo: io più volte ho fatto denunce alla procura perché ci sono state persone che si sono accreditate a mio nome. La verità è che non ho mai seguito i consigli di nessuno, anzi sono noto perché faccio sempre con la mia testa. Anzi, se uno mi chiede una cosa, l’80 per cento dei casi non la faccio.

Ha avuto un paese contro, presidente. Dalle più alte cariche dello stato.

Il capo dello stato ha fatto una telefonata di solidarietà a Lucia. Anch’io avrei voluto farla, ma per rispetto le dono il mio silenzio e la mia sofferenza.

C’è chi sostiene che la sua sia un’antimafia di facciata e di potere.

Io non ho scritto libri sull’antimafia, non faccio conferenze. La mia antimafia nasce dal primo giorno dall’elezione in cui la mafia già mi voleva ammazzare, nasce dalle denunce che ho fatto. Che io non sia simpatico ad alcuni dell’antimafia storica e politica è noto. Ma quell’antimafia si è candidata alle elezioni, milita in partiti anche diverso dal mio.

Cosa chiede al Pd, il suo partito?

Andrò nell’assemblea regionale, rappresenterò le cose come stanno e proporrò cose da discutere insieme. Possiamo anche concordare i termini in cui andremo al voto, ma non accetto la campagna denigratoria contro di me.

Proporrà un termine temporale?

No, penso c he sia urgente il completamento dell’abolizione delle province anche per dare una certezza ai lavoratori; credo che sia fondamentale il tema dell’acqua pubblica: ed io la penso diversamente rispetto al governo nazionale, sono contro gli interessi dei grandi privati e credo che bisogna rispettare il referendum del 2011; poi una legge por i poveri, lo sblocca Sicilia, un reddito di sostegno, far partire la macchina regionale sui fondi europei. Se ci fosse un parlamento che vuole lavorare in un mese si può fare tutto. E risanare le questioni di bilancio per risanarlo e evitare che la Sicilia diventi la Grecia d’Italia.

Si sente solo, presidente?

Nel mio profilo whatsapp ho messo una poesia di Dario Bellezza, dice ’Chi è solo nell’ombra sa’. La solitudine per me è una condizione normale. Forse la solitudine la dovevo praticare ancora di più. È una condizione che ho rotto per frequentare il mio medico, il mio confessore, il mio avvocato. Il mio confessore mi ha attaccato, del mio medico si sa, spero che non mi attacchi il mio avvocato (si lascia andare a una gran risata, ndr).

E se il suo oggi partito le togliesse la fiducia?

Sarà un modo dignitoso di cadere, domani tutto questo farà parte della storia della Sicilia. Ma il tempo galantuomo. Non vorrei che domani qualcuno si dovesse vergognare di avere massacrato un uomo innocente.

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