«Sono stato attaccato per accuse inesistenti e non mi dimetterò per difendere il mio onore». Con la richiesta di risarcimento milionario all’Espresso è ormai partito il pirotecnico contrattacco di Rosario Crocetta, dopo i giorni del «massacro mediatico» seguiti alla pubblicazione della ormai famosa, ancorché ancora presunta,  intercettazione da parte del settimanale Espresso. Ieri il governatore si è generosamente concesso ai giornalisti, prima con un blitz nella sala stampa della regione –  ieri si è riunita la giunta e l’assemblea regionale -, poi al programma radio La Zanzara (Radio 24), al quale ha di nuovo raccontato la storia del suicidio evitato grazie a «un procuratore perbene, Lo Voi, uno che si batte per la verità, uno apolitico». Alle prime smentite dell’esistenza dell’intercettazione, dopo quella appunto di Lo Voi, di Palermo, e quella del procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, ieri si è aggiunta anche quella del procuratore  di Messina Guido Lo Forte.  La telefonata, dunque, non sarebbe agli atti di’indagine di nessuna delle tre procure. Oggi sarà il gran giorno della pubblica autodifesa: alle 12 sono previste le comunicazioni di Crocetta all’assemblea regionale. Il presidente per ora attacca il Pd, («normalmente i partiti danno la solidarietà a chi è infamato senza motivo»), ma oggi alla sua maggioranza proporrà un patto su un pacchetto di leggi per proseguire la legislatura.