Con la partecipazione che si è fermata a soli 29,86%, per la terza volta la Croazia ha eletto i suoi 12 deputati a Bruxelles. Nonostante il cronico generale disinteresse per le elezioni europee (in un paese che è ancora diviso da Bruxelles da Schengen), si è comunque registrato un lieve aumento del 4% rispetto alle elezioni del 2014.

Il partito al governo, l’Hdz, che fa parte del Partito popolare europeo, ha ottenuto il 22,72% e solo 4 seggi. Per ottenerne un quinto gli è mancata una manciata di voti. Ma all’ultimo quel seggio è andato al partito socialdemocratico, l’Sdp, che ha così ottenuto anch’esso 4 seggi ma con il 18,71%.

Il pareggio tra i due più grandi partiti del paese è stata la più grande sorpresa di queste elezioni. A dar fiducia alla stampa locale, i socialdemocratici rischiavano di non ottenerne neanche il 3%.

L’Hdz era sicuro di guadagnare 5 seggi e segnare percentuali molto più alte. La frammentazione del ricco quadro della destra ha finito per penalizzarlo. Inoltre, il programma del premier Plenkovic, saldamente nel solco dell’europeismo di Merkel, ha allontanato molti dei tradizionali elettori dell’Hdz, abituati a discorsi ben più nazionalisti e più consoni al profilo tradizionale del partito fondato da Tudjman. A migliorare il risultato non ha valso neanche il suo discorso pronunciato a chiusura della campagna elettorale, tinto di nazionalismo e tenuto davanti a Merker venuta fino a Zagabria per sostenerlo. È un brutto colpo per Plenkovic, che ambisce, sempre con l’aiuto della Merkel, ad ereditare in Europa la posizione di Tusk.

Dall’altra parte, a sinistra, ha prevalso il voto utile, tanto che tutte le altre liste più a sinistra dell’Sdp sommate assieme, si sono fermate sotto il 2%. Il terzo posto, per numero di voti, è andato alla colazione di forze sovraniste e nazionaliste guidata da Rusa Tomasic (già eurodeputata), che pur prendendo l’8,52% ha comunque un solo seggio. Un’altra sorpresa è la lista personale dell’ex giudice Mislav Kolakusic (un seggio con il 7,89%). Il giudice ha ottenuto notorietà opponendosi ad alcune leggi su banche e pignoramenti, ma il suo programma, anche se apparentemente non ideologico, lo colloca più a destra che a sinistra. Questo successo potrebbe trasformarlo in candidato presidenziale contro Grabar Kitarovic, che negli ultimi mesi si è allineata sulle posizioni di Plenkovic.

Il Muro Vivente, partito gemello dei 5 Stelle, ha preso il 5,66% e un seggio. Anche la coalizione dei partiti di orientamento liberale, la cosiddetta coalizione di Amsterdam, ha ottenuto un seggio con il 5,19%. Si potrebbe concludere che le elezioni europee in Croazia non sono andate cosi male, ma se si sommano le percentuali che hanno ottenuto le formazioni di destra, il quadro non appare poi così roseo.