Dopo  la crisi politica la Slovacchia è entrata in un vero scontro costituzionale. Martedì 20 marzo il presidente della Repubblica Andrej Kiska si è rifiutato di nominare il governo scelto dal premier designato Peter Pellegrini, che dovrebbe sostituire Robert Fico alla guida dell’esecutivo.

Secondo il presidente il nuovo governo sarebbe incapace di garantire il ritorno alla stabilità della società slovacca. «Nelle strade manifestano decine di migliaia di persone anche per il fatto che non credono che le personalità al vertice dello stato siano interessate al raggiungimento della giustizia – ha detto Kiska nella sua dichiarazione – Il governo dovrebbe essere in grado di rassicurare la società slovacca sull’indipendenza delle indagini sull’uccisione di Jan Kuciak e di Martina Kušnírová». Nel mirino del presidente c’è soprattutto la scelta per il ministero dell’Interno di Jozef Ráž junior, dato molto vicino all’ex ministro Robert Kaliňák. Il presidente ha dato un ultimatum al premier designato che dovrebbe proporre all’attenzione del presidente le modifiche alla lista dei ministri entro venerdì.

La mossa di Kiska è stata salutata con favore dai partiti dell’opposizione di centrodestra, che puntano alle elezioni anticipate. Di parere opposto, ovviamente, il principale partito di governo, lo Smer, secondo i cui vertici il presidente si è spinto oltre le sue prerogative costituzionali. Un parere condiviso anche da diversi costituzionalisti. «Secondo l’articolo 111 della costituzione slovacca il presidente è vincolato dalle proposte fattegli dal premier designato Pellegrini, e perciò doveva procedere alla nomina del nuovo governo. Il presidente non è responsabile della composizione del governo e il governo non ha bisogna della fiducia del presidente ma del Parlamento per esercitare le sue funzioni» ha sottolineato il costituzionalista Eduard Bárány.

Kiska ha deciso di prendere in mano la situazione anche a seguito delle proteste di massa, che da tre settimane si ripetono ogni venerdì in Slovacchia. Dopo le sue dichiarazioni Kiska ha ricevuto una delegazione del comitato Per una Slovacchia onesta, che organizza le manifestazioni. Dal canto suo Peter Pellegrini non vuole forzare la situazione e ha già fatto circolare i nomi di alcuni sostituti dei nomi invisi al presidente. Ma non è detto che ciò basti per arrivare alla nomina del nuovo esecutivo. Tra le opzioni, su cui potrebbe spingere il presidente, c’è anche la nomina di un governo tecnico, che spinga il Parlamento alle elezioni anticipate.