La Francia affonda in una crisi politica senza precedenti, dopo le violenze, mentre sulle reti sociali c’è già l’appello per un’altra manifestazione a Parigi sabato prossimo. Il governo annaspa, Macron resta silenzioso e annulla il previsto viaggio in Serbia. Dovrebbe saltare oggi anche l’incontro tra il primo ministro, Edouard Philippe e i rappresentanti dei gilet gialli: nessuno vuole prendersi questa responsabilità, appena qualcuno si propine viene silurato sulle reti sociali (sono state denunciate anche minacce di morte). L’opinione pubblica continua a sostenere la protesta dei gilet gialli al 72% malgrado le violenze (condannate a più dell’80%, ma per il 90% è colpa del governo). Altri focolai di rivolta cominciano ad accendersi, anche se non hanno rapporto con le rivendicazioni, varie e anche contraddittorie, dei gilet gialli: tra 100 e 150 licei (su 4000) erano in agitazione ieri, con alcuni episodi di violenza. Confusione all’Assemblea nazionale, con i deputati dell’opposizione insorti contro il governo. Delle categorie professionali, come gli agricoltori, minacciano di scendere in piazza e di unirsi alla protesta contro il carovita. E’ il comun denominatore: la crisi del 2008, anche se le statistiche dicono che è finita, ha lasciato il pesante strascico di un impoverimento della classe media che si sente declassata. La febbre sale, la protesta vuole la testa del re, Macron è nel mirino (François Ruffin della France Insoumise ha persino evocato la fine di John Kennedy).

Macron, che domenica ha visitato a piedi i luoghi della rivolta attorno all’Arc de Triomphe, ieri ha pranzato con dei poliziotti in una caserma del XX arrondissement. Il primo ministro, Edouard Philippe, ha ricevuto tutta la giornata i leader dei partiti. A parte l’atteggiamento ridicolo di Nicolas Dupont-Aignan di Debout la République (alleato di Marine Le Pen), che dopo due minuti se ne è andato perché non gli è stato accordato di filmare l’incontro e di metterlo su Facebook (ha copiato l’atteggiamento di un gilet giallo, la scorsa settimana), tutti hanno avanzato proposte per uscire dalla crisi. Solo David Cormand di Europa Ecologia ha detto che “bisogna tener duro sulla fiscalità ecologica”, cioè sull’aumento delle tasse sui carburanti che ha scatenato la rivolta. Ma Cormand precisa che “il problema è che il fisco sia giusto”: propone di “restituire ai francesi” i 12,5 miliardi della carbon tax sotto forma di aiuti alla transizione ecologica, di istituire una patrimoniale ecologica e di togliere dal calcolo del deficit del 3% gli investimenti per la transizione energetica. Fabrice Roussel, nuovo segretario Pcf, ha chiesto misure per migliorare il potere d’acquisto e minaccia di presentare una mozione di censura contro il governo. Il socialista Olivier Faure ha puntato il dito contro “l’assenza di risposte” del governo. Benoît Hamon chiede il ritorno della patrimoniale, una tassa sui profitti delle banche e un referendum per la VI Repubblica. Aut aut della France Insoumise (Mélenchon non c’era): o Philippe cede o se ne deve andare. La destra chiede subito l’annullamento degli aumenti sui carburanti e su quelli previsti a gennaio per l’energia, Laurent Wauquiez (Républicains) vuole un referendum sulla transizione energetica, mentre per Marine le Pen il governo “ha solo poche ore” per prendere decisioni “se Macron non vuole essere il primo presidente da mezzo secolo a far sparare sui francesi”. Il ministro degli Interni, Christophe Castaner, ha escluso, per il momento, di instaurare lo stato d’emergenza. I poliziotti chiedono l’esercito per la guardia statica ai luoghi sensibili nelle prossime manifestazioni.

Oggi e domani, Assemblea e Senato discuteranno della crisi (è stato annullato l’intervento del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, previsto oggi, come il viaggio a Katowice per la Cop24 di Philippe ieri). La Cgt prepara una giornata di mobilitazione contro il carovita per il 14 dicembre. Ieri si sono svolti i primi processi per direttissima dei casseurs arrestati sabato. La Prefettura ha fatto sapere che 162 persone sono state ricoverate al Pronto soccorso e 4 sono in rianimazione. Una donna di 80 è morta a Marsiglia, era in casa quando è stata colpita da una granata lacrimogena.