Fra i registi francesi, Cédric Klapisch si colloca in un’aerea post-Lelouch dove le ambizioni autoriali riescono sempre a dialogare agevolmente con le esigenze del botteghino. Un cinema alto-borghese per vocazione, caratterizzato da piccole ossessioni formali ricorrenti, tic tematici e un certo gusto per i cast ampi, nei quali l’interazione fra gli interpreti possa fluire con verve classicamente boulevardier, nonostante la sua collocazione generazionale lo voglia cantore d’inquietudini e spostamenti. Quando funziona, dunque, il cinema di Klapisch risulta gradevole e frizzante e persino le sue ambizioni, calibrate nella modestia di manierismi non troppo ingombranti, riescono a farsi accogliere come parte integrante...
Visioni
Crisi, divorzi, dispetti del cuore
Al cinema. Le scatole cinesi di Cédric Klapish nel film «Rompicapo a New York»