Sono stati oltre diecimila i nuovi casi positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore, con 72 decessi da Covid. L’ondata europea non risparmia dunque l’Italia, che rispetto a Germania e Francia forse ha solo qualche settimana di vantaggio. Secondo l’ultimo report settimanale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è proprio l’Europa il continente in cui il numero di morti per Covid aumenta più velocemente. Nel confronto tra le ultime due settimane, le vittime di Covid sono cresciute del 5% in Europa, del 3% in Africa, dell’1% nel sud-est asiatico. Calano invece nelle Americhe, sulla costa asiatica del Pacifico e nell’area del mediterraneo orientale. Nel numero di casi, invece, il tasso di crescita settimanale è dell’8% in Europa e nelle Americhe, mentre in Africa i casi diminuiscono del 33%.

QUESTO ANDAMENTO può sorprendere. L’Europa, dove il 57% della popolazione ha ricevuto due dosi, è il continente che ha vaccinato di più al mondo. L’Africa è ferma sotto il 7%. I numeri però vanno interpretati con qualche cautela. Nei Paesi in via di sviluppo, la scarsità di test diagnostici impedisce di avere dati affidabili sulle dimensioni del contagio. Secondo la stessa Oms, dei tre miliardi di test effettuati finora nel mondo solo lo 0,4% ha riguardato gli abitanti dei Paesi a basso reddito. Oggi nei Paesi ricchi si sottopongono al tampone circa 740 abitanti ogni centomila ogni giorno in media, mentre nei Paesi più poveri si scende a soli 13 test giornalieri ogni centomila abitanti, oltre 50 volte di meno. Le cifre ufficiali sulla mortalità da Covid in Africa e gran parte dell’Asia, dunque, sono assai poco credibili.

L’allarme, tuttavia, spinge i Paesi che se lo possono permettere a accelerare sulle terze dosi. Tra i grandi Paesi dell’Europa, l’Italia è partita in ritardo ma sta attualmente somministrando un numero di richiami più elevato di Francia e Germania. Vanno più veloci la Spagna e soprattutto il Regno Unito, che ha già coperto un quinto della popolazione con la dose “booster”. L’estensione del richiamo fino ai quarantenni decisa da Speranza comporterà un’ulteriore accelerazione. Le nuove inoculazioni cominceranno a dicembre e tra le regioni è già iniziata la corsa alla prenotazione. Già ieri il Lazio aveva iniziato a fissare appuntamenti per chi è nato entro il 1981. «Oltre 140 mila le persone prenotate», annunciava soddisfatto nel pomeriggio l’assessore regionale alla salute Alessio D’Amato, che punta sul successo della campagna vaccinale per costruire la propria candidatura alla successione di Nicola Zingaretti. Subito dopo, però, il sito è crollato sotto il peso delle troppe richieste, rimanendo inaccessibile per qualche ora.

L’OBIETTIVO ERA BATTERE ad ogni costo la rivale Lombardia, dove le prenotazioni per gli ultra-quarantenni inizieranno oggi. Nemmeno il coordinatore della campagna vaccinale lombarda Guido Bertolaso ha lesinato sugli annunci, comunicando che la Lombardia non attenderà il 1 dicembre per iniziare le somministrazioni. «Se c’è qualche over 40 che domani ha già superato i 180 giorni dalla seconda dose, dopodomani troverà spazio per la terza. Il primo dicembre non è una tagliola», ha spiegato ai giornalisti. Milano non si ferma nemmeno per vaccinarsi, perciò la campagna lombarda toccherà anche luoghi inconsueti. «Prima delle festività natalizie pensiamo a dei centri vaccinali nei grandi supermercati della Lombardia, in modo che chi va a fare la spesa di Natale può fare anche il vaccino – ha detto Bertolaso – così come abbiamo individuato un paio di stazioni della metropolitana a Milano».

RIMANE L’INCOGNITA dell’esitazione vaccinale, che potrebbe frenare il “booster” più di quanto abbia fatto con il primo ciclo di immunizzazioni. Le terze dosi nelle fasce più anziane stanno procedendo a un ritmo più lento di quanto sia avvenuto con le prime, nonostante oggi i vaccini siano più disponibili rispetto all’inizio del 2021. Per sollecitare i richiami, il governo sta valutando se abbreviare a nove mesi la durata del green pass, che oggi scade dopo un anno. Il taglio risolverebbe il paradosso della sproporzione tra la validità del green pass e quella dell’immunità, stimata intorno ai sei mesi.

Una rassicurazione per gli esitanti potrebbe arrivare da vaccini anti-Covid di tipo tradizionale, che spaventano meno di quelli a mRna ritenuti – a torto – «sperimentali». Ieri l’Ema ha fatto sapere che entro poche settimane arriverà il parere sul vaccino Novavax a proteina ricombinante, una tecnica sicura e già adottata in diversi vaccini pediatrici di largo uso.