A meno di una settimana dalla certificazione della recessione, un’altra doccia fredda piomba sul governo del cambiamento. Indiscrezioni da Bruxelles anticipano che oggi la Commissione abbasserà le stime di crescita per l’Italia ad un misero 0,2 per cento per il 2019, riducendo di un punto le previsioni fatte a novermbre. Ancor più grave: lo 0,2% «tiene in considerazione gli effetti della manovra varata a dicembre» che viene dunque sonoramente bocciata nella sua presunta spinta espansiva data dall’aumento della domanda interna figlia del Reddito di cittadinanza e dei (pochi) investimenti.

SI TRATTA DI UN LIVELLO CINQUE volte inferiore delle previsioni del governo (più 1%) e della stessa Bankitalia e due volte inferiore del già non tenero Ufficio parlamentare di bilancio (ieri stimava uno 0,4%) che avevano già messo in conto la frenata globale. Una crescita così bassa poi manderebbe gambe all’aria tutti gli impegni sul rapporto deficit-Pil (previsto al 2,04 %) e debito-Pil (in leggero calo al 130,7%), rendendo possibile la richiesta da parte della commissione Ue di una manovra correttiva in corso d’anno.

L’esecutivo comunitario pubblicherà oggi le previsioni economiche d’inverno per tutti i paesi dell’Unione: tutte saranno in calo ma all’Italia, oltre alla ormai ventennale palma di paese con la crescita più bassa, avrà anche quella di scostamento maggiore con le previsioni del proprio governo.

UNA CRESCITA COSÌ BASSA poi potrebbe, secondo le altrettanto negative previsioni del Fondo monetario internazionale rese note ieri, rinfocolare problemi di spread e di «contagio europeo» per il malato italiano.
Da Washington nell’«article IV» sull’Italia arrivano le solite ricette e le solite richieste: riforme strutturali, contenimento della spesa. Questa volta indirizzate però alle riforme principe del governo del cambiamento: il reddito di cittadinanza che «rischia di essere un disincentivo al lavoro» creando una «dipendenza dal welfare» mentre Quota 100 farà di «aumentare i costi pensionistici».

La risposta a stretto giro del vicepremier Luigi Di Maio non manca di fondamenti: «Chi ha affamato popoli per decenni con la ricetta dell’austerità» non può criticare, dice Di Maio difendendo a spada tratta la sua misura, che «impedisce che si debbano accettare lavori ad ogni costo».

MENO DRAMMATICA è la visione del Fmi sui numeri: viene confermata la stima di crescita fatta a dicembre (0,6%) ma viene lanciato l’allarme sul rischio «contagio» in caso di stress. «Sottovaluta la necessità di sostenere la crescita», commenta il ministro dell’Economia, Giovanni Tria che aggiunge: «Non c’è motivo di creare allarmismi» e «il nostro debito è un onere pesante» ma «l’Italia lo sostiene».
Il governo non si allarma, anzi, il vicepremier Matteo Salvini ironizza: «non ci hanno mai beccato, portano fortuna». E si rallegra dell’ «ottimo risultato» dell’asta record dei Btp a 30 anni, che effettivamente raccoglie 41 miliardi di ordini: «segno evidente – dice il vicepremier – della fiducia che c’è nell’economia italiana».

IL FONDO MONENTARIO riconosce che la coalizione gialloverde «ha ereditato problemi difficili e di vecchia data», ma si dice allo stesso tempo preoccupato «che la strategia del governo non sia all’altezza delle ampie riforme necessarie» all’Italia. Cioè riforme strutturali per aumentare la produttività e sbloccare il potenziale. Perché solo «un più alto potenziale di crescita, e non gli stimoli di bilancio o il rovesciamento delle riforme, è l’unica strada duratura per migliorare i risultati economici».

Per l’Fmi le scelte degli attuali politici al potere invece «rischiano di lasciare l’Italia vulnerabile a una nuova perdita di fiducia del mercato anche in assenza di ulteriori shock». Non solo: in caso questi stress invece si verificassero, l’economia italiana «potrebbe spingere i mercati globali in territori inesplorati».

PAROLE E STIME che sono prese al balzo dalle opposizioni per attaccare il governo. «Adesso è importante correre ai ripari: serve un’inversione di tendenza in tempi veloci, altrimenti la situazione continuerà a peggiorare. Purtroppo non ci saranno né il boom economico né la grande crescita che ci era stata annunciata dal governo», attacca il forzista Antonio Tajani. «Ora ci sarà sicuramente una manovra correttiva, preparatevi a imbarrazzanti smentite da parte del governo», attacca il Pd.