Con i suoi voti il centrosinistra avrebbe vinto. Angelo Cremone e la sua lista Verdes sono arrivati al 2,1% (1.166 elettori). Quanto sarebbe bastato a Francesca Ghirra per spuntarla nel testa a testa con il candidato del centrodestra Paolo Truzzu.

Ma il progetto di contrapporre al fronte conservatore un’area vasta progressista non è riuscito ad allargare i suoi confini sino a comprendere gli ecologisti e i pacifisti raccolti attorno a una figura storica dell’ambientalismo isolano, da più di vent’anni impegnato in battaglie difficili e coraggiose.

Cremone, ma non era proprio possibile aprire un dialogo col centrosinistra?

Noi siamo una forza coerentemente ambientalista e pacifista. Il dialogo lo avremmo anche aperto, ma sulla base di opzioni programmatiche molto nette e chiare. Quando però si fanno certe scelte, dialogare diventa impossibile.

Ad esempio?

Ad esempio il progetto di dare il via libera alla costruzione di un deposito costiero di gas a Giorgino, a ridosso di un antico borgo di pescatori, in un luogo che di tutto avrebbe bisogno tranne che di un impianto inquinante e pericoloso. La vocazione di Giorgino è turistica, di un turismo responsabile e compatibile con l’ambiente. Oppure la scelta della giunta Zedda di dare l’ok all’utilizzo delle centrali a carbone sino al 2020. O vogliamo parlare delle navi che nel porto di Cagliari si fermano per caricare centinaia di bombe prodotte a Domusnovas e destinate all’Arabia Saudita perché prosegua nelle stragi di civili inermi nella guerra in Yemen. Un’ordinanza del sindaco e questo vergognoso traffico sarebbe bloccato. Noi l’abbiamo chiesta, quell’ordinanza, ma non è mai arrivata. E ancora, Firenze, con il renziano Nardella, si è tirata fuori dalla sperimentazione della tecnologia 5G, dannosa per la salute. Il comune di Cagliari, invece, ha detto sì. Allora, mi sa dire, per cortesia, di che cosa stiamo parlando quando parliamo di dialogo?.

Ma Ghirra ha provato a contattarvi?

No. Noi abbiamo sondato la possibilità di presentare una lista con i Verdi italiani. Ma ci hanno detto che la cosa era possibile solo dentro l’alleanza di centrosinistra. Quindi, punto e capo. Loro, i Verdi italiani, senza di noi neanche ci hanno provato a proporre una lista in Sardegna. Qualche esponente locale ha trovato posto nelle civiche che hanno sostenuto Francesca Ghirra, ma hanno preso pochissimi voti. Noi siamo andati per conto nostro. Anche perché non è solo sui temi ambientali che volevamo segnare una presenza.

Cioé?

Il problema di questa sedicente sinistra, di fatto uguale alla destra su tanti temi per noi cruciali, è che ha perso il contatto con gli strati più deboli della società. Come tutte le grandi città italiane, anche Cagliari ha sterminate periferie abbandonate, dove i problemi sono la mancanza di lavoro, lo spaccio di droga, la difficoltà sempre maggiore ad accedere alle cure mediche o a dare un’istruzione decente ai ragazzi, lo svanire di ogni credibile prospettiva futura per le nuove generazioni. Vogliamo darla, una risposta, a questi problemi? O dobbiamo continuare a fare finta di stupirci se, a urne chiuse, si scopre, come anche questa volta scopriamo, che il pieno dei voti, la destra lo fa proprio nei quartieri popolari? E allora: noi siamo sempre disponibili a dialogare, ma solo con chi vuole davvero cambiare le cose.