In occasione del 25 novembre parte a Bologna la campagna di comunicazione in Lis (Lingua italiana dei segni) «Creazioni femministe», ideata dall’associazione Micce per sensibilizzare la comunità sorda segnante sui diversi aspetti e forme della violenza maschile contro le donne, le lesbiche e le persone trans. Un aspetto sommerso di cui non si conoscono con precisione i numeri e che si avvia proprio nella speranza della sua visibilizzazione.

LA CASA DELLE DONNE di Bologna che ha avviato il percorso di accoglienza lavorerà in rete con il Mit – Movimento Identità Trans e con la Linea Lesbica Antiviolenza di Lesbiche Bologna. Tra le collaborazioni, c’è il contributo di Sara Longhi che insieme a Alfonso Marrazzo gestisce le attività del «Senza nome», luogo significativo bolognese che è un bar in cui la comunità sorda, di cui anche loro fanno parte, si può confrontare. Anche per questa ragione, lo scorso anno, Sergio Mattarella ha riconosciuto loro il titolo di cavalieri al merito. «Un grande onore per noi ricevere l’onorificenza – specifica Sara Longhi, 38 anni, raggiunta per qualche domanda. La nostra attività ha sempre avuto un occhio di riguardo per il sociale, l’arte, la cultura e la letteratura. Il Senza Nome nasce soprattutto per rendere solida la base iniziata dal Gruppo Camaleonte nel 2006, una base su cui sviluppare le tantissime idee per proteggere e diffondere il patrimonio artistico e letterario della Lis e della comunità sorda e per aprirla a nuovi orizzonti e nuove prospettive con la comunità udente sia italiana che internazionale».

IL PROGETTO ANTIVIOLENZA in Lis «Creazioni femministe», conferma Longhi, sembra essere arrivato nel momento giusto «perché la Lis è appena stata riconosciuta dal governo. Sul tema dell’antiviolenza per la comunità sorda si è fatto poco o niente: le persone sorde conducono la loro vita e affrontano da sempre svariati tipi di violenza, oltre a quella collegata alla loro condizione di sordità. Riteniamo importantissimo sensibilizzare perché chi subisce abbia la possibilità di affrontare e denunciare, soprattutto adesso che finalmente c’è un servizio adeguato di videochiamata (Lis) e messaggistica (dal 25 novembre sarà attivo il numero 3884017237, ndr).

I servizi antiviolenza innanzitutto devono essere accessibili alle persone sorde in Lis o per iscritto altrimenti sono inutilizzabili da parte della nostra comunità; inoltre bisogna che ci sia sempre una continua diffusione degli stessi per far sì che sempre più persone sorde sappiano che esistono e che possono usarli in casi di bisogno o di emergenza». Questo progetto potrebbe essere replicato anche in altre città. Perché la percezione della violenza maschile contro le donne e di genere all’interno della comunità sorda venga assunta politicamente come tale. «Sarebbe un grande risultato realizzare una rete di servizi antiviolenza su tutto il territorio italiano e, perché no, anche internazionale, – conclude Longhi – perché le persone sorde esistono anche nell’angolo più sperduto del pianeta. Ci auguriamo con tutto il cuore che questo avvenga il più presto possibile».