Sarà il documentario The War Show di Andreas Dalsgaard e Obaidah Zaytoon ad aprire la tredicesima edizione delle Giornate degli autori, che si terranno durante la Mostra del Cinema di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre. Il film, presentato in concorso, è un diario di guerra dalla Siria che ha inizio nel 2011 quando Zaytoon e un gruppo di amici partono alla volta di Damasco per prendere parte alla rivoluzione in corso. La selezione ufficiale delle Giornate, presentata ieri alla Casa del cinema di Roma, prevede undici film in concorso – di cui sette opere prime – provenienti da tutto il mondo, tra i quali il vincitore verrà scelto da una giuria composta da ventotto giovani. Continua dunque la collaborazione iniziata due anni fa con il Parlamento europeo ed Europa Cinemas, chiamati a selezionare i giurati tra i cinefili di tutta Europa. Presidente di giuria sarà invece il regista Bruce LaBruce, già presente alle Giornate nel 2013 con il lungometraggio Gerontophilia.

A caratterizzare la selezione di questa tredicesima edizione dei Venice Days, spiega il direttore artistico Giorgio Gosetti, sarà: «la creatività femminile, che attraversa la gran parte dei film che abbiamo visionato e la maggior parte di quelli selezionati». Tra le «protagoniste» delle Giornate spicca ad esempio Amanda Kernell con il suo lavoro d’esordio Sameblod, ambientato nella Svezia degli anni Trenta in cui la protagonista quattordicenne Elle Marja decide di abbandonare la famiglia e il suo mondo per non essere più vittima del razzismo diffuso nei confronti della sua comunità.

Nell’ambito della creatività femminile prosegue anche la collaborazione con Prada nella sezione di cottometraggi Miu Miu Women’s Tales, in cui «registe di ogni continente, con sensibilità e stili diversi tra loro, sono invitate a celebrare la femminilità nel XXI secolo». Tra le registe presenti nell’edizione 2016, Naomi Kawase con il suo Seed – storia del viaggio di una ragazza giapponese dalla natura selvaggia al caos metropolitano di Tokyo – e Crystal Moselle con That One Day, ambientato in un’altra metropoli: New York.
Due sono invece i titoli della selezione ufficiale realizzati da registi italiani: Indivisibili di Edoardo De Angelis, la storia di due gemelle siamesi cantanti che con le loro esibizioni mantengono la famiglia, e La ragazza del mondo, opera prima di Marco Danieli incentrata sul racconto del primo amore di un’adolescente Testimone di Geova. Tra i protagonisti del film Pippo Delbono, alle Giornate anche in veste di regista nell’ambito degli Eventi speciali, dove l’autore porterà il suo nuovo lavoro: Vangelo ambientato in un centro di accoglienza profughi. Delbono ascolta le storie di uomini e donne e diventano i protagonisti di una messa in scena del vangelo.

You Never Had it. An Evening with Bukowski – sempre tra gli Eventi speciali – è invece un breve documentario di Matteo Borgardt realizzato con i nastri, dimenticati per trent’anni, dell’intervista che la giornalista italiano Silvia Bizio fece allo scrittore e poeta nella sua casa a San Pedro, in California, a cui sono stati aggiunti dei filmati di Bukowski che legge le sue poesie. Il lungo viaggio di due attrici, tentativo di recuperare una perduta amicizia, è al centro di un thriller psicologico, Always Shine, firmato dalla regista Sophia Takal, portato a Venezia in collaborazione col Tribeca Film Festival, dove ha esordito in aprile.

Nel corso delle Giornate verranno anche presentati i tre finalisti del Premio Lux del Parlamento europeo, annunciati alla Casa del cinema dal vicepresidente Antonio Tajani: uno dei tre lavori, A peine j’ouvre les yeux della tunisina Leyla Bouzid, era in concorso l’anno scorso proprio alle Giornate degli autori dove ha vinto il premio Label Cinemas per il miglior film europeo.

Gli altri due finalisti provengono entrambi da Cannes 2016: dalla selezione di Acid Ma vie de courgette, film d’animazione di Claude Barras, e dal concorso ufficiale Toni Erdmann di Maren Ade.

Simbolo dell’edizione 2016 dei Venice Days, rivela il direttore artistico Giorgio Gosetti a proposito del manifesto della manifestazione di quest’anno, è la sirena: «un omaggio alla femminilità e al mare che di Venezia sono l’origine, ma anche a quella dimensione inafferrabile e unica che è dell’arte e dell’invenzione umana».