28 dei 211 naufraghi salvati nei giorni scorsi da Sea-Watch 3 sono positivi al Covid-19. Uno di loro era stato ricoverato subito dopo lo sbarco, avvenuto nella tarda serata di domenica, nel reparto malattie infettive del Sant’Elia di Caltanissetta per un sospetto di tubercolosi. Il tampone ha rivelato l’infezione da coronavirus e fatto scattare l’allarme. A parte l’uomo in ospedale, le altre persone (tutte asintomatiche) si trovano a bordo della «nave quarantena» Moby Zazà, in rada a Porto Empedocle, dove sono state trasbordate subito dopo l’attracco. Sulla nave, in un’area separata, ci sono altri 47 migranti giunti autonomamente sulle coste italiane. Dalla Croce rossa, che ha in carico la gestione sanitaria, fanno sapere che la nave è fatta apposta per dividere bene le persone e ridurre i rischi di contagio. Sono adottate tutte le procedure di sicurezza in uso nelle strutture ospedaliere anti-Covid. Nei prossimi giorni il gruppo sarà sottoposto a nuovi test per vedere come evolve la malattia.

LA NOTIZIA HA SCATENATO le reazioni politiche. Il presidente della giunta regionale siciliana Sebastiano Musumeci (centro-destra) ha rivendicato l’utilità della «nave quarantena» chiesta al governo e ottenuta il 12 aprile «per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’isola, senza poterli circoscrivere e controllare». Su questa scelta erano sorte polemiche per i costi dell’operazione e l’opportunità di prolungare il periodo in mare. A metà maggio un 28enne tunisino si era suicidato lanciandosi in acqua. Nessuno ha mai contestato, invece, la necessità dell’isolamento in strutture chiuse, cosa che avviene anche in centri collocati sulla terraferma per tutti i migranti che sbarcano. Musumeci ha chiesto al governo l’invio di altre navi con la stessa funzione.

«LE PERSONE SONO SCESE da una nave e sono salite su un’altra. Non hanno incontrato nessuno sul territorio nazionale», ha detto la prefetta di Agrigento Maria Rita Cocciufa. Matteo Salvini, leader del partito che governa la Lombardia, non si è fatto sfuggire l’occasione per invocare i «porti chiusi» e attaccare le Ong. «Capisco che l’ossessione per i migranti di Salvini lo tenga in piedi elettoralmente, ma l’ennesima strumentalizzazione chiarisce quanto se ne freghi della salute pubblica», ha risposto Erasmo Palazzotto (LeU). Il deputato ha ringraziato le organizzazioni che effettuano soccorso in mare perché, oltre a salvare vite umane, costituiscono un presidio sanitario fondamentale.

SEA-WATCH ha reso pubblico il protocollo di contenimento del virus adottato sulla base delle raccomandazioni di Oms e altre organizzazioni competenti. «Siamo coscienti di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per mesi per adattare le procedure sanitarie, ma non possiamo sottrarci al dovere, che dovrebbe essere dei governi europei e non della società civile, di soccorrere queste persone e portarle in salvo», ha dichiarato Giorgia Linardi, portavoce dell’Ong.

OLTRE IL CASO SPECIFICO, che al pari di altri focolai presenti sul territorio nazionale appare circoscritto dall’intervento delle autorità mediche, la preoccupazione maggiore è per quello che sta accadendo, anche a livello sanitario, nella Libia del conflitto militare e dei centri di tortura per migranti.