L’America ha nuovamente registrato il numero giornaliero più alto di casi di covid-19 dall’inizio dell’emergenza, con almeno 82.600 nuove infezioni. Un aumento che mette la nazione sull’orlo di quello che potrebbe rivelarsi come il periodo peggiore (fino ad oggi) della pandemia, con alcuni ospedali dell’ovest e del Midwest già sotto stress. E la conta dei morti che inizia a salire.

QUEST’ULTIMA ONDATA è molto più estesa rispetto allo scenario osservato la scorsa estate e la sua diffusione geografica la rende più pericolosa. Gli esperti avvertono che potrebbe portare a una scarsità sia di personale medico che di forniture. «Un modo fondamentale per superare le ondate precedenti è stato spostare gli operatori sanitari di Stato in Stato – ha affermato Eleanor Murray, epidemiologa della Boston University, al Washington Post -. Ma ciò non è possibile se la diffusione del virus aumenta ovunque».

A differenza dei picchi osservati in precedenza, quando i casi erano concentrati principalmente nelle città e nei sobborghi, molti dei peggiori focolai in questo momento sono in aree rurali con una popolazione inferiore a 50mila abitanti, la maggior parte inferiore ai 10mila. Dalla fine dell’estate i tassi di mortalità nelle aree rurali hanno superato quelli delle aree metropolitane. Ora circa un decesso su quattro imputabile al virus, è registrato in una contea rurale. Un esempio lampante è la contea di Foster, in North Dakota, una comunità di poco più di 3.000 persone che in primavera registrava un solo caso positivo, a metà luglio ne aveva registrati solo altri due, mentre martedì circa un residente su 20 è risultato positivo al tampone.

Ma non finisce qui, perché dalle aree rurali dell’ovest e del Midwest le infezioni si estendono a nuove aree urbane che finora non avevano avuto emergenze, come spiega Mitch Smith, che tiene traccia dei dati sui casi di coronavirus per il New York Times. «Assistiamo – afferma Smith – ad aumenti anche intorno a Chicago, a Milwaukee e città di medie dimensioni. Siamo in una posizione precaria, è un periodo di crescita incontrollata che non sappiamo dove andrà a finire».

FINORA SONO STATI INFETTATI più di 8,3 milioni di americani e quasi 222.000 sono i morti; il numero di casi degli ultimi giorni alimenta le preoccupazioni in quanto il Paese non è ancora entrato nel periodo delle vacanze e del freddo invernale, che gli esperti da tempo additano come quello che farà salire ulteriormente il numero di casi, con più interazioni che possono significare più infezioni durante Halloween, Natale e Capodanno. Ciò che temono gli esperti è che la stanchezza crescente verso la pandemia probabilmente renderà ancora più difficile contenere l’ondata invernale.

Anche se centinaia di persone muoiono ogni giorno, «c’è questo falso senso di calma – ha detto al Washington Post Tom Inglesby, direttore del Johns Hopkins Center for Health Security -. Abbiamo il presidente che dice: “Stiamo girando l’angolo”. Abbiamo leader statali che sfidano apertamente le linee guida sulla salute pubblica».

[do action=”citazione”]La retorica di Trump e dei repubblicani, infatti, non è cambiata di una virgola anche se l’epidemia è sempre più grave proprio negli Stati in cui sono loro a governare.[/do]

IL PRESIDENTE AI COMIZI che inanella uno dietro l’altro ripete che negli Usa sembrano esserci più casi solo a causa dell’alto numero dei tamponi e che se si fanno tutti questi tamponi è perché i giornalisti spingono in quel senso per metterlo in cattiva luce e far vincere Biden, come ha concluso in North Cartolina.

Il diverso approccio dei due candidati alla pandemia è risultato evidente durante l’ultimo dibattito, quando si sono espressi riguardo la città di New York, che per Trump è «un luogo da cui scappano tutti» a causa delle restrizioni imposte da governatore e sindaco, mentre per Biden è «la città che ha appiattito la curva».

In effetti pare che, fino ad ora, a resistere alla seconda ondata siano solo gli Stati di New York, Maine e Massachusetts.