È sceso il numero di nuovi contagi in Italia: ieri sera il ministero della salute ha informato che sono 953, al di sotto della soglia psicologica dei mille, superata sabato scorso.
Ma niente campane a festa per il momento: anche il numero di tamponi ieri è sceso, passando dai 77mila di sabato, 67mila di domenica ai soli 45mila di ieri. Rispetto al numero di tamponi effettuati, dunque, i casi positivi sono passati dall’1.3% di sabato, all’1.8% di domenica fino al 2% di ieri.
Si tratta di numeri ben al di sotto della soglia del 5% indicata dall’Oms come «raccomandabile» nel caso si faccia uno screening completo, ma l’andamento comincia a destare qualche preoccupazione, anche se, per confronto, in paesi come la Spagna ieri si parlava di quasi 20mila casi in tre giorni e la percentuale di positivi rispetto ai tamponi è intorno al 7% a livello nazionale.
Crescono anche i ricoverati in Italia (+74), per un totale di 1045, mentre sono in leggero calo i ricoverati in terapia intensiva (da 69 a 65). Il numero dei morti è aumentato di sette persone: siamo ormai a quota 35.441 vittime.
Tre sono le regioni senza nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore: Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. In testa fra le regioni più colpite troviamo il Lazio con 146 casi, poi Veneto, Campania ed Emilia Romagna con 116 ciascuna, e infine Lombardia con 110. In Sardegna, intanto, si registrano 91 casi.
Il presidente del consiglio regionale sardo, il leghista Michele Pais, sostiene che è in atto «una campagna denigratoria» contro la sua terra, «offesa, contagiata e accusata», anche se i casi hanno cominciato a crescere in queste settimane.
Intanto nel Lazio l’assessore alla sanità Alessio D’Amato ricorda che dei 146 nuovi casi, 57 sono un «link» dalla Sardegna (83 secondo D’Amato il totale dei «link» di rientro).
«La curva epidemiologica è legata prevalentemente ai casi di rientro, giovani e asintomatici. Si sta facendo un grande lavoro di testing e di tracciamento e la situazione è fortemente monitorata», ha detto.
Attraverso i cosiddetti test rapidi antigenici effettuati negli aeroporti laziali finora sono stati identificati 106 casi (si parla solo di quelli successivamente confermati), tutti asintomatici, e più della metà sono residenti fuori dalla regione.