I dati di ieri sul Covid sembrano confermare le analisi dei tecnici dell’Istituto e del Consiglio superiore di sanità. I contagi restano a un livello alto, 37.255 con 227mila tamponi e 544 vittime, ma la crescita del virus rallenta. Stabile il rapporto tra tamponi e positivi al 16,3%. «Venerdì è stato il quarto giorno di fila in cui si osservava un calo nelle terapie intensive, questo sta a indicare che il sistema che è stato messo a punto funziona», ha spiegato ieri mattina in conferenza stampa Franco Locatelli. «C’è una decelerazione che ovviamente andrà confermata».

Quando? «Servono due settimane per vedere la de-escalation dei casi per effetto delle misure adottate», gli ha fatto eco Gianni Rezza, direttore della prevenzione al ministero della Salute. «Bisogna mantenere una consapevolezza del rischio che è alto in tutte le regioni», ha aggiunto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. «L’Rt ha avuto flessione (da 1,7 a 1.4, ndr) e la maggior parte regioni sono in scenario 3 ma altre in scenario 4». Da qui «l’appello a rafforzare le misure in atto in base al contesto regionale». L’obiettivo dei tecnici che guidano le scelte del governo è «ridurre più rapidamente possibile l’Rt sotto 1, per evitare che un’onda lunga possa mettere in ulteriore sovraccarico i servizi sanitari», dice Brusaferro.

DALLA MEZZANOTTE CAMPANIA e Toscana sono entrate in zona rossa. Emilia-Romagna, Friuli- Venezia Giulia in zona arancione. Ormai quasi tutta Italia (tranne Lazio, Veneto, Molise, Trentino e Sardegna) è sottoposta a forti misure di chisura, e a un sostanziale divieto di entrare e uscire dalla prorpia regione , fatta eccezione per i motivi di salute e lavoro indicati.

Nella “war room” del governo si confida che- entro la scadenza del Dpcm il 3 dicembre- la curva possa mostrare qualche segnale di decrescita. Anche se ieri il dato delle terapie ha interrotto il ciclo positivo: venerdì erano cresciute di 60 unità (giovedì di 89, mercoledì 110 e martedì 122), ieri +76. Meglio il dato sui ricoveri: ieri +484 mentre il giorno prima c’era stato un aumento di 1041. Il bollettino dei ricoverati con sintomi segna 31.398, mentre le terapie intensive sono 3306.

OLTRE AL FRONTE TRA GOVERNO e Campania, esplode anche quello con il Friuli. Il presidente Massimiliano Fedriga (Lega) protesta per essere stato messo in zona arancione nonostante l’ordinanza restrittiva «anti-assembramento» in vigore da venerdì concordata con Emilia e Veneto. «A decidere sono gli algoritmi al posto della politica, non c’è stata interlocuzione con noi. Ritiro l’ordinanza».

«Al governo chiedo più trasparenza sulla scelta dei colori, altrimenti i cittadini non capiscono», dice il sindaco di Firenze Dario Nardella, che condivide i dubbi del governatore Eugenio Gianni sulla zona rossa in Toscana. Poche ore prima il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia aveva ribadito la linea del governo: «Nessuna polemica con i governatori, neppure di fronte a scorrettezze o provocazioni».

Uno dei problemi sul tavolo del premier è organizzare il periodo caldissimo delle feste natalizie. Conte, dati permettendo, vorrebbe dare «qualche segnale di allentamento» delle chiusure. Ma il rischio di una ripresa del virus è altissimo. E anche quello di nuove polemiche dentro il governo, con Speranza e Franceschini che non vogliono allentare le misure.

Così i tecnici. «Non possiamo pensare di fare eccezioni a Natale dando luogo ai festeggiamenti cui eravamo abituati, sarebbe un errore madornale», ha detto Locatelli. «Potremo riunirci in casa, ma senza assembramenti e folle, stando attenti ai comportamenti, cercando di abbracciarci solo con persone di cui si conoscono i comportamenti», ha precisato Ricciardi. E ha aggiunto: «Non ci si potrà spostare tra regioni con diversi livelli di gravità».

Togliere il coprifuoco alle 22? «E’ ancora presto per parlarne, vedremo i dati a dicembre», taglia corto Boccia. «Non c’è bisogno di dare alle persone delle regole per Natale, lo fanno da sole, perché tutti siamo responsabili», avverte il ministro della Difesa Guerini.

NOVITÀ SUL VACCINO anti-Covid. «C’è un gruppo coordinato dalla direzione Prevenzione che ha fatto una bozza di piano che si sta perfezionando, nei prossimi giorni il ministro ne darà conoscenza», ha detto Rezza. «C’è qualche problema per la catena del freddo per la distribuzione del vaccino, ma era noto ed il ministero non si è fatto trovare impreparato», ha aggiunto Locatelli. A ricevere subito le dosi dovrebbero essere 1,7 milioni di cittadini, scelti in base alla «fragilità e potenziale esposizione al virus». In testa alla lista gli operatori sanitari, gli anziani e i malati cronici. Gli ultimi saranno i giovani.