I test antigenici rapidi negli aeroporti saranno usati anche nelle scuole per le attività di «screening». Lo ha deciso ieri il Comitato tecnico scientifico (Cts) dove è stato raggiunto un accordo sulla bozza di una circolare presentata dal ministero della Salute Roberto Speranza. Con i test rapidi si possono ottenere risultati in tre minuti. Sono realizzati con la saliva. Il cotton-fioc viene messo a contatto con dei reagenti. Un metodo che sostituisce il tampone e garantisce costi più contenuti. I test potrebbero essere somministrati non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti, al personale Ata e ai dirigenti.

Nell’informativa sul Recovery Fund in commissione Igiene e Sanità del Senato Speranza ha detto che «la scienza ci aiuta sui vaccini, ma anche sulle terapie, di cui meno si parla, e sugli stessi test che di giorno in giorno sono migliori e più rapidi. Ad esempio stiamo cercando di capire se i test salivari possano o meno essere ritenuti affidabili». Cinque milioni di test rapidi sono stati previsti da una richiesta pubblica di offerta per la fornitura resa nota ieri dal commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri.

La decisione sui test era stata annunciata nei giorni scorsi. «Il lavoro sui test rapidi alternativi è un lavoro “in progress” e i dati attuali potrebbero cambiare significativamente nel giro delle prossime settimane» ha detto Franco Locatelli, il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e componente del Cts. «I test rapidi sono migliorati notevolmente e, in circostanze come negli aeroporti e nelle scuole, dove bisogna fare analisi su una grande massa di persone, sono un’opzione molto seria perché sono migliorati» ha detto Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Oms e consulente del ministero della Salute. I test rapidi «non danno sicurezza al cento per cento, ma consentono di identificare super diffusori e sono uno strumento importante. Abbiamo iniziato, per primi, ad applicarli negli aeroporti e stiamo pensando di utilizzarli sicuramente in altri ambienti come le scuole». I test sono già in corso di sperimentazione nel Lazio a partire dai licei Manara, Orazio, Peano e Primo Levi a Roma. All’istituto comprensivo Grassi di Fiumicino su 264 studenti 219 hanno accettato di fare il test, l’82%.

«Se dovessimo avere una scuola di mille o duemila ragazzi fare il test salivare o il tampone antigenico rapido permette di esaminare tutti i ragazzi in una giornata e avere la risposta subito – ha spiegato ndrea Crisanti, professore di Microbiologia all’Università di Padova – Se abbiamo dei positivi all’interno della scuola questo significa che c’è trasmissione del virus in quella comunità. Sapendo però che hanno una sensibilità bassa automaticamente significa che se c’è trasmissione qualcuno non lo abbiamo preso e quindi bisognerebbe ritestare tutti quanti col tampone normale. Questi test sono particolarmente utili in situazioni remote».